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  • Abbattimenti nelle riserve regionali, Coldiretti Molise guarda all’Abruzzo

    Nel corso dell’Assemblea della Coldiretti Molise, svoltasi giorni fa, è stata ancora una volta dibattuta la situazione del grave stato di emergenza causato dall’aumento esponenziale dei danni da fauna selvatica in agricoltura, causati in particolare dalla specie cinghiale. Nonostante alcune azioni messe in campo dall’assessore regionale all’Agricoltura, Nicola Cavaliere, e la scesa in campo degli ATC, attraverso procedure per gli interventi d’urgenza riguardo le operazioni di contenimento, le scorribande degli ungulati, anche in gruppi di decine di esemplari, non conoscono tregua, anzi si stanno sempre più moltiplicando. in questi giorni moltissimi sono i campi distrutti e mesi di lavoro persi su grano, orzo, mais, legumi. Un problema annoso – è stato sottolineato più volte nel corso dei lavori – che sta “uccidendo” l’agricoltura in tutto il territorio regionale, in un periodo già a dir poco complicato a causa dell’emergenza coronavirus che vede tante attività agricole vicine al default, con la frustrazione che sta spingendo gli agricoltori a non segnalare nemmeno più i danni.

    «Vanno adottate – afferma i Delegato Confederale di Coldiretti Molise, Giuseppe Spinelli – tutte le azioni possibili per arginare una volta per tutte una vera e propria emergenza economica e sociale: se quelle messe in campo non bastano, occorre moltiplicare gli sforzi, trovarne delle nuove. Nonostante i recenti ed apprezzabili sforzi della Regione, siamo di fronte ad un sistema di gestione della fauna selvatica che evidentemente ancora non funziona e che necessita di ulteriori “interventi”. Questo per non far pagare ogni giorno un conto salato alle aziende agricole, che non ne possono più di fare da “dispensa” per tanti animali selvatici nocivi, non autoctoni».

    «E’ emersa ancora una volta – afferma Spinelli – tutta la gravità di una situazione devastante, che sta creando sempre più malcontento e disperazione tra gli imprenditori agricoli, come testimoniato pure dal nostro rappresentante, dott. Giuseppe Licursi, all’interno della Consulta Faunistica Venatoria regionale nel corso dell’ultima riunione». «Condividere ed esprimere solidarietà per la disperazione e lo sdegno degli imprenditori agricoli non basta più – aggiunge il Direttore regionale Coldiretti, Aniello Ascolese – anche a fronte delle nuove procedure introdotte nella modulistica per la richiesta di risarcimento dei danni, che comporta interpretazioni disomogenee delle norme che non facilitano i rapporti tra cittadino/imprenditore agricolo ed Ente Regione. È necessaria tra l’altro – conclude Ascolese – anche una gestione più efficace delle aree naturali protette, con i Parchi sempre più dissestati per le devastazioni causati dalla fauna selvatica, così come una filiera tracciata e controllata delle carni di cinghiale, che sappia valorizzare le attività di contenimento, pure come occasione economica e occupazionale. Coldiretti chiede che debba essere sempre garantita per le imprese la libertà di lavorare e ai cittadini la possibilità di circolare in completa sicurezza».

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