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  • Ad Atessa Tac, posti letto, anestesisti e pneumologi, ad Agnone si elemosinano i tamponi Covid

    Tamponi ad Agnone già dalla prossima settimana. E’ questa l’estrema sintesi del nuovo video-messaggio del sindaco di Agnone messo in rete sui social per aggiornare la cittadinanza in merito all’emergenza Covid-19 e in particolare sull’imminente attivazione del servizio tamponi nella cittadina dell’Alto Molise.

    «La situazione aggiornata sul Covid 19, in base ai dati ufficiali forniti dall’Asrem, è questa: al momento risultano 19 persone positive al virus, questo in base all’ultimo bollettino. Sono tutti cluster noti e alcuni dei positivi sono in attesa di effettuare il secondo tampone sperando che si siano negativizzati. Ormai da giorni parliamo e chiediamo alle autorità preposte a Campobasso l’attivazione del servizio tamponi qui in città. Pare che siamo arrivati ad una soluzione concreta. – annuncia il primo cittadino – La location individuata da questa amministrazione è la struttura in località Tiro a Segno che ha ospitato nel recente passato “Lo Chalet”. In quella struttura e nelle adiacenze e pertinenze della stessa potranno essere eseguiti i tamponi dagli operatori Asrem, quindi sia all’interno dei locali sia in modalità drive-in nel piazzale antistante, questo a seconda delle situazioni che verranno a presentarsi e ovviamente in base alle valutazioni fatte dal personale sanitario».

    E parla di giorni, il sindaco, per l’attivazione del servizio. Realisticamente si potrebbe partire già dalla prossima settimana. Una location diversa dall’ospedale cittadino, dunque, per intuibili motivi legati alla necessità di mantenere i pazienti covid positivi al di fuori del “Caracciolo”. Resta un po’ di amaro in bocca per l’occasione persa dal “San Francesco Caracciolo”. L’ospedale di montagna, naturalmente isolato dal resto della rete ospedaliera molisana, sarebbe stato il luogo ideale per realizzare quello che altrove chiamano covid-hospital. Quando si è presentata l’occasione era sindaco, sia pure traballante, Lorenzo Marcovecchio. Poi il primo cittadino andò a casa anzitempo e l’operazione sfumò, anche se lo stesso sindaco non manifestò mai troppo interesse verso quella possibilità. Poco distante, invece, un altro ospedale di area disagiata, il “San Camillo de Lellis” di Atessa, è stato riconvertito in covid-hospital ed è stato potenziato con personale e dotazioni tecnologiche, partendo da una situazione iniziale molto simile, se non identica, all’ospedale di Agnone.

    Solo nei giorni scorsi, ad esempio, nel nosocomio atessano sono tornati i pazienti covid dopo una fase di relativa calma, ospitati al terzo piano, al quale si accede con accesso separato e protetto da un filtro realizzato già nella prima fase della pandemia. Adeguamenti strutturali dunque e investimenti. Resta immutata, chiaramente, l’attività sia della Riabilitazione sia della Lungodegenza, che avranno ingresso riservato. L’area Covid-19 è stata dotata di 58 posti letto e l’équipe sanitaria potenziata con l’arrivo di anestesisti e pneumologi. Apparecchiature, posti letto e nuovo organico specializzato, investimenti e adeguamenti strutturali dunque, per il piccolo ospedale abruzzese. E come se non bastasse il piccolo ospedale prima dismesso di Atessa, nelle scorse settimane ha ricevuto, sempre “grazie” al Covid, una nuova Tac a 160 strati, un’attrezzatura avanzatissima, dotata di innovativa tecnologia di ricostruzione e apprendimento profondo che fornisce immagini nitide, vera punta di diamante di una Radiologia completamente rinnovata.

    Nulla di tutto ciò, invece, per il “Caracciolo” di Agnone. Scelte aziendali, certamente, ma che possono essere in qualche modo indirizzate dalla politica. Tornando al sindaco Saia, lo stesso ha aggiunto: «Facendo un giro per la città la situazione sembra abbastanza sotto controllo. Gli agnonesi rispettano le regole, che comunque voglio ribadire ulteriormente. Tre sono le cose, semplici, da fare sempre e comunque: uscire sempre con una mascherina al seguito e indossarla; mantenere il distanziamento interpersonale e non fare assembramenti. Queste tre semplici regole ci permetteranno di uscire quanto prima dalla pandemia e quindi anche di affrontare le imminenti festività natalizie e di fine anno con una maggiore serenità».

    E in aggiunta a queste raccomandazioni da parte del primo cittadino, dall’ufficio comunale di Protezione Civile raccomandano «di non spostarsi con mezzi pubblici o privati salvo per esigenze lavorative, di studio, per motivi di salute o per situazioni di necessità». «Il rispetto delle regole di prevenzione rimane l’unica arma per fronteggiare al meglio il diffondersi dell’epidemia e per uscirne fuori quanto prima».

    Francesco Bottone

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