• Editoriale
  • Aiuto! I monatti sono dietro la porta

    Sebbene non abbia nessuna autorità per affermarlo, sono tuttavia tranquillo che l’evento temuto, non accadrà mai, ma penso, anzi spero, date le capacità tecnologiche di prevenzione e di terapia nella nostra società.

    Però, lo spettro delle carrette della peste del 600, delle “cecilia”, accompagnate da madri disperate e morenti, nel terrore degli “untori”, ritorna in mente in modo prepotente.

    Monrovia, Senegal, Nigeria sono quasi alle porte del mondo occidentale ed orientale.

    Per carità, ripeto, lungi da me ogni tentazione di terrorismo sanitario, ma è certo che in Italia, e nel nostro Molise, sono entrati, a frotte, i nigeriani, i senegalesi, gli etiopici, gli eritrei, probabilmente portatori sani o non – nonostante le rassicuranti parole della Ministra Lorenzin – di virus di ogni genere.

    Niente terrorismo per carità, ripeto, ma una attenzione sui bizzarri, improvvisi, imprevedibili ed inarrestabili, decorsi epidemiologici, è particolarmente necessaria.

    Questi virus sono capaci di saltare come cavallette da un uomo ad un altro.

    E’ sufficiente una semplice stretta di mano ed è incerto, nonostante le contrarie affermazioni di Bill de Blasio, se il contagio possa trasmettersi per via aerea .

    Ritorna prepotente, altresì, in mente il ricordo della peste del 1593 a Londra, quella che fece tremare di paura tutta la popolazione inglese tra cui William Shakespeare, che dedicò, proprio in quegli anni in cui il terrore era più acuto ed allarmante, alcune sue opere migliori, senza, però, probabilmente mai superare la straordinaria, incredibile prosa più volte “risciacquata in Arno”, di Alessandro Manzoni.

    I laboratori chimici e farmacologici di tutto il mondo sono freneticamente al lavoro per trovare un vaccino.

    La Nigeria sembrerebbe – Dio lo voglia ! – che abbia trovato il sistema per ridurre ad innocuità i virus che si aggirano, ad es, a Lagos, la sua capitale, una sterminata città di 21 milioni di abitanti.

    Un geniale biologo napoletano, Cortesi, sembra che abbia trovato un qualcosa per blindare il virus in un guscio impermeabile.

    Ancora una volta, che Dio ce la mandi buona.

    Ci mancavano anche queste paure all’inizio di questo travagliatissimo XXI secolo, a cento anni quasi esatti dalla “Spagnola”, che decimò 60 milioni tra uomini e donne nel mondo.

     

    di Franco Cianci

     

     

     

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