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  • Ambiente stuprato, la testimonianza di don Patriciello

    TORREBRUNA- Non solo momenti ricreativi alla “Festa della Montagna”, ma anche approfondimento culturale, a dimostrazione che l’evento di Torrebruna è davvero “diverso” dalle solita sagre e festarelle di paese che intasano l’estate dell’Alto Vastese.

    L’appuntamento è per il pomeriggio di domani, a Torrebruna, con  padre MAURIZIO PATRICIELLO, sacerdote della “Terra dei fuochi” che interverrà come relatore sui temi della tutela ambientale.

    Festa montagna Torrebruna

    «Don Patriciello – spiegano gli organizzatori – si spende ormai da anni nella Terra dei Fuochi, lottando contro la prevaricazione delle mafie su quei territori (tra Napoli e Caserta) stuprati, saccheggiati, inquinati, resi fabbriche di morte per chi vi abita, e abbandonati dalle Istituzioni e dall’opinione pubblica. L’invito a un sacerdote come Don Patriciello parte dall’esperienza dell’anno scorso, quando abbiamo avuto la possibilità di conoscere personalmente Don Luigi Ciotti. In seguito, durante la scorsa edizione della FdM, abbiamo discusso dell’importanza della legalità e della trasparenza degli atti amministrativi, con l’aiuto di Libera e Avviso Pubblico abbiamo cercato di costruire dei riferimenti col mondo delle associazioni, del volontariato e dell’esperienza della legalità a livello nazionale. Ma soprattutto, l’invito a Don Patriciello parte dalla consapevolezza che le speculazioni sull’ambiente e sul territorio sono dietro l’angolo e, oggi più che mai, è importante partecipare, anche con un evento come la Festa della Montagna, alla costruzione di un percorso fatto di informazione e conoscenza della questione,  a partire proprio dalla  importante e personale esperienza di Don Patriciello. La speranza è quella di poter costruire, attraverso il racconto di quello che sta accadendo nella Terra dei Fuochi, un percorso che ci renda attori consapevoli nella lotta alle mafie, a tutte le mafie. Perché nessun territorio è indenne. Perché ciascuno di noi abbia la possibilità di conoscere e difendere il posto in cui vive. Perché  nessuno si senta escluso. Perché ognuno di noi si assuma la responsabilità di dire NO».

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