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  • Anche la ct Bertolini e le ragazze mondiali al funerale del papà di Daniela Sabatino

    CASTELGUIDONE – La chiesa gremita non è riuscita a contenere l’abbraccio umano dato a Gabriele Sabatino, papà della bomber della nazionale di calcio femminile Daniela, oggi pomeriggio a Castelguidone. Lunghe ali di folla, amici, colleghi, conoscenti, di Castelguidone, e di tutti i centri dell’Alto Vastese, hanno atteso nella piazza antistante la chiesa parrocchiale che terminassero i funerali celebrati dal parroco, don Alberto Conti, e da don Francesco Martino. E tra la folla, nascosta dietro occhiali scuri, anche il commissario tecnico della nazionale di calcio femminile, Milena Bertolini, insieme ad una rappresentanza delle giocatrici e dello staff: Barbara Bonansea, Cristina Girelli e altre calciatrici della nazionale. 

    «Nella vita c’è un tempo per gioire e un tempo per piangere, insegna il Qoelet. – ha detto, con la voce rotta dalla commozione fin quasi alle lacrime, il parroco don Alberto Conti durante l’omelia – Nel giro di pochi giorni questa nostra comunità parrocchiale è passata dalla grande gioia di vedere Daniela e le sue compagne giocare sui campi mondiali, all’immenso dolore per la morte del nostro carissimo amico Gabriele. La sua vita su questa terra si è conclusa silenziosamente e tragicamente ieri mattina. Ho molto pensato alle parole da dover pronunciare in questa tristissima circostanza. Non vi nascondo che mi sento confuso, triste, smarrito. Non c’è parola umana che possa colmare il vuoto lasciato da Gabriele: un amico, uomo semplice e di una grande generosità, sempre disponibile ad aiutare tutti, anche a salire sui tetti per sistemare le nostre antenne. Un uomo gentile, disponibile, dotato di una grande fede, umile e sincera. Ci mancherà il suo volto in questa chiesa. Era il primo ad arrivare alla messa delle nove alla domenica. In questa tristissima circostanza vorrei scendere dall’altare e confondermi con voi, per restare in silenzio, per lasciare sfogo al pianto, ma il mio compito di parroco e sacerdote non me lo permette. – ha aggiunto il parroco – Devo trovare le parole per asciugare le mie e le vostre lacrime, per portare nei nostri cuori una luce di speranza e di pace. Signore, non riusciamo a darci una spiegazione a ciò che è accaduto, ma con fede diciamo: sia fatta la tua volontà. Il nostro Dio è il Dio della vita. Ricordiamo le parole del profeta Isaia: ricordati che Dio cammina con te ed è un Dio di consolazione. Come una madre consola un figlio, così Dio consolerà il suo popolo. Questa è la nostra sola consolazione: la morte, Sorella Morte come la chiama San Francesco, non ha l’ultima parola. Ce lo insegna la Risurrezione di Cristo, la Pasqua. Perché cercate tra i morti colui che è vivo? Gabriele non è morto, ma continua a vivere in Dio per tutta l’eternità. È vero, è un grande dolore averlo perduto, ma ti ringraziamo Signore per avercelo dato».

    Francesco Bottone

     

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