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  • Animali schiacciati e drogati negli allevamenti intensivi: mangiare meno carne… oppure andare a caccia

    Animali schiacciati e drogati negli allevamenti intensivi: mangiare meno carne… oppure andare a caccia.

    Petizione internazionale lanciata da animalisti e vegani, ma il modo più etico e meno impattante di procurarsi carne resta incontrovertibilmente il prelievo venatorio.

    56 miliardi di animali vivono stipati in gabbie sporche e senza aria per poi venire macellati, ogni anno, per la nostra dipendenza dalla carne.

    «È un vero orrore – commentano gli animalisti del movimento globlale che hanno lanciato una campagna di sensibilizzazione per tentare di ridurre la domanda di carni da allevamento per il consumo umano – e ci vorranno anni per chiudere gli allevamenti intensivi, ma c’è una cosa che possiamo fare tutti da subito, per accelerarne la fine: mangiare meno carne. Se tutti noi, includendo anche chi è già vegetariano o vegano, ci impegniamo pubblicamente a un giorno a settimana senza carne, e poi invitiamo a fare lo stesso amici, colleghi, aziende e personaggi famosi, possiamo farlo diventare il più grande impegno collettivo di sempre. Diamo inizio al cambiamento per mettere fine a questa crudeltà. Il nostro consumo di carne non alimenta soltanto questa tortura di massa sugli animali, sta anche soffocando il pianeta. Da solo contribuisce al cambiamento climatico più di tutte le auto, gli aerei e gli autobus del mondo, e utilizza il 75% dei terreni agricoli. Non dobbiamo diventare tutti vegetariani da un giorno all’altro, ma secondo gli esperti ridurre il consumo di carne è la cosa migliore che possiamo fare per la Terra. In tanti lo stanno già facendo, ma la spinta di un movimento globale come il nostro, dall’India al Brasile, dagli Stati Uniti all’Europa, può innescare una tendenza mondiale, ridurre drasticamente la domanda di carne e portare alla chiusura di questi allevamenti dell’orrore. Impegniamoci tutti a un piccolo passo oggi: un giorno senza carne a settimana».

    E’ opportuno sottolineare che in pratica i cacciatori già lo fanno, già hanno ridotto drasticamente la domanda di carne proveniente dall’allevamento intensivo perché i cacciatori sono produttori primari di selvaggina e dunque si procurano carni e proteine nobili direttamente dal bosco, andando a caccia. Senza costi ambientali di allevamento e senza i maltrattamenti e l’inquinamento tipici degli allevamenti intensivi. Gli animali prelevati a caccia hanno una qualità di carni nemmeno lontanamente paragonabile a quella proveniente dagli allevamenti intensivi, imbottita, quest’ultima, di antibiotici e anabolizzanti.

    Francesco Bottone

    effebottone@gmail.com

    tel: 3282757011

    MAGGIORI INFORMAZIONI:

    Perché limitare il consumo di carne? (Slow Food)
    http://www.slowfood.it/slow-meat/perche-limitare-consumo-care/

    L’impatto ambientale della produzione di carne bovina (Le Scienze)
    http://www.lescienze.it/news/2014/07/22/news/impatto_ambientale_alimenti_origine_animale-2220499/

    “Animali ammassati, schiacciati, in fin di vita: ecco cosa ho visto dentro gli allevamenti intensivi” (Corriere della Sera)
    http://www.corriere.it/video-articoli/2016/04/13/animali-ammassati-schiacciati-fin-vita-ecco-cosa-ho-visto-dentro-allevamenti-intensivi/365eaa02-016c-11e6-b513-8228f9f09a00.shtml

    L’appello di McCartney in un doc: “Niente carne una volta a settimana” (ADNKronos)
    http://www.adnkronos.com/intrattenimento/spettacolo/2017/11/02/appello-mccartney-doc-niente-carne-una-volta-settimana_q08BmXikKwoZrxJeKojCwL.html

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