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  • Arte: dalle masserie Pappullo a Castel dell’Ovo, Hen-Zo espone a Napoli

    AGNONE – Enzo De Simone, in arte Hen-Zo, è un pittore agnonese che esporrà una mostra antologica nella prestigiosa sede di Castel dell’Ovo, a Napoli. Le storiche sale che hanno appena ospitato un evento dedicato alla famiglia dei grandi attori De Filippo, tanto per capire il livello degli eventi proposti nella suggestiva location della fortezza sul mare che rappresenta uno dei simboli della metropoli partenopea, si apriranno a Enzo dal 18 al 28 agosto per una esposizione realizzata in collaborazione con l’Assessorato alla Cultura ed al Turismo del Comune di Napoli e con la supervisione artistica di Franca Nocera ed Italo Marinelli.

    “E’ difficile definire l’opera di Hen-zo: pop art, realismo magico, autobiografismo, raffinato naïf contemporaneo? I suoi quadri – afferma Italo Marinelli – sono riconoscibili, il suo stile è inconfondibile. Una volta che avete visto una tela di Hen-zo ne riconoscerete al volo una seconda tra centinaia di esemplari fatti da altri. Hen-zo è unico, come sono unici tutti gli artisti che non si limitano a creare con abilità tecnica, corretto uso dei materiali e degli strumenti, studio e applicazione ma lo fanno mettendo in gioco la loro anima, una visione della vita, la loro stessa esistenza. Hen-zo – prosegue il pedriata agnonese, prestato all’arte – conosce il dolore, ne ha esperienza concreta, quotidiana, ma le sue bellissime donne, i suoi paesaggi urbani, i suoi musicisti, i suoi bar di periferia sono illuminati da una grande passione, una voglia ed una gioia di vivere. Ha una cultura ampia, anticonformista, da anarco-conservatore. Vive e lavora in un mondo parallelo, lo Slp, Stato libero di Pappullo, una masseria nelle montagne molisane, ma il suo mondo è un pantheon dove convivono in allegra promiscuità Milton e Maradona, Modigliani e i Deep Purple, Corto Maltese, Bukowski e Celine. Usa il pennello con maestria, trasfigurando con campiture ampie e policromatiche, come in una vetrata gotica, una realtà quotidiana che trasforma e trasfigura in mito, topos con una gioia appena venata, per chi la sa cercare, di un filo di malinconia. In realtà il suo è uno sguardo quasi infantile. Guarda il mondo con gli occhi del suo amatissimo nipote, Fibra, come un fanciullino leopardiano che trova in ogni aspetto della realtà un motivo di meraviglia, di stupore, di appassionata partecipazione. Hen-zo è questo, e tanto altro – conclude Marinelli -. Di sicuro chi ha visto una sua opera non ne dimenticherà lo stile inconfondibile e l’anima che la pervade”.

     

     

     

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