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  • Aumentano gli infortuni sul lavoro: 682 incidenti mortali nel 2017

    La situazione per quanto riguarda gli infortuni sul lavoro resta allarmante: 421.969 eventi denunciati (dati sino ad agosto), +1,2% rispetto al 2016. Ma soprattutto 682 infortuni mortali denunciati, +4,7%. Lo denuncia l’Anmil, l’associazione per le vittime degli infortuni sul lavoro celebrando la 67ma giornata nazionale. La preoccupazione per l’aumento infortunistico – viene spiegato – è dettata soprattutto dal fatto che a determinarlo sono stati i comparti industria e servizi (2%) e Conto stato dipendenti (3,3%).
    “Parliamo – ha detto il presidente Franco Bettoni – proprio di carenza di sicurezza nei luoghi di lavoro più rischiosi”. Come sede della manifestazione nazionale quest’anno è stata scelta Cagliari, ma i festeggiamenti si stanno svolgendo in tutte le 106 sedi dell’associazione. Lo slogan scelto per l’edizione 2017 è “Cambiamo la storia”. A partire – si sottolinea – dal completamento dell’attuazione del Testo unico sicurezza. “Sono più di venti i programmi ancora da attuare – ha concluso Bettoni – e alcuni riguardano materie anche di grande rilievo”.

    I temi caldi affrontati oggi a Cagliari sono: qualificazione delle imprese, sorveglianza sanitaria, lavoratori disabili al lavoro, malattie professionali. Sul fronte della tutela delle vittime, l’Anmil si batte per la rivalutazione delle prestazioni economiche Inail. Arretrano invece le malattie professionali denunciate: -2,8% rispetto al 2016. La giornata è cominciata con la messa nella chiesa di San Paolo. Poi con la partecipata manifestazione al Conservatorio musicale di Cagliari. Toccanti le testimonianze di chi ha subito danni e dolori. Come la storia di Antonio, in coma dopo essere stato colpito da una trivella mentre scavava un pozzo a Sarroch. Ferito non solo fisicamente: “Il processo al di là della necessità di ricevere giustizia – ha raccontato – significò per me nel contempo infierire ulteriormente sulla condizione di fragilità che mi stava accompagnando. Stavo male”. Un messaggio di sofferenza, ma anche di speranza. “Oggi sto bene grazie alla terapia farmacologica, allo sport e alla mia famiglia”.

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