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  • Auto blu multata, D’Alessandro: «Correva per garantire l’adempimento di un dovere istituzionale»

    “Presenterò una interrogazione urgente per chiedere al presidente della Regione chi si farà carico di tutte queste spese; con quale macchina è stata commessa l’infrazione e a che velocità procedeva. Quali fossero i motivi per cui viaggiava spedito in autostrada alle 6:40 del mattino e se la Regione intenda prevedere un rimborso o risarcimento danni a beneficio dell’autista nell’eventualità incorra in una sospensione della patente”.

    Così il presidente della Commissione di Vigilanza del Consiglio regionale d’Abruzzo, Mauro Febbo  a commento della notizia secondo la quale il presidente della Regione Abruzzo, Luciano D’Alfonso, è stato pizzicato dalla Polizia Stradale sull’A25 ricevendo una multa per eccesso di velocità di 1.405 euro.camillo d'alessandro

    D’Alessandro, ricorso è suo pieno diritto – “Il Prefetto di L’Aquila ha rigettato il ricorso avverso la multa per eccesso di velocità comminata alla vettura di rappresentanza del Presidente D’Alfonso alle ore 6.40 del 1 agosto 2014 sull’autostrada A-25 poiché la Polizia della Strada ha prodotto delle controdeduzioni sulla insussistenza dello stato di necessità. In realtà ci troviamo di fronte ad una violazione posta in essere per garantire l’adempimento di un dovere istituzionale, ai sensi dell’art. 4 della legge 689/81″.

    Così il Sottosegretario alla Giunta regionale Camillo D’Alessandro (primo da destra nella foto, ndr) dopo la nota diffusa dal consigliere regionale Mauro Febbo in merito al ricorso contro la sanzione. “Tale dovere istituzionale – spiega D’Alessandro – si esplicava nella necessità di partecipare ad un riunione presso il Ministero dello Sviluppo economico a Roma, prevista alle ore 8:00, per fare il punto con tutti i livelli istituzionali (il Direttore generale del Ministero dei Beni culturali e i Comuni) e poi discutere con il viceministro Claudio De Vincenti del gasdotto della Snam che dovrebbe attraversare l’Abruzzo. Questo verrà rappresentato nel ricorso che, come ogni cittadino – e quindi senza alcun privilegio – il Presidente D’Alfonso presenterà al Giudice di pace di Avezzano, competente per territorio”. “In ogni caso – conclude D’Alessandro – qualora le sue ragioni non venissero riconosciute in sede di ricorso, legittimamente consentito ad ogni cittadino, si provvederà al pagamento dell’ammenda. Quanto al consigliere Febbo, per seguire il suo consiglio, il Presidente se la sarebbe potuta prendere comoda pernottando la sera prima in un albergo a Roma, cosa che notoriamente per la Regione ‘abruzzese’ ereditata non è consigliabile”. 

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