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  • Bar chiusi, fabbriche aperte. Paolucci: «Il lavoro è un diritto, non una condanna: tutelare gli operai, oppure chiudere»

    ATESSA – «Seguendo l’esempio di realtà che sono in trincea da più tempo contro il coronavirus, ognuno di noi deve fare la propria parte, rispettando in modo stringente le regole e tutelando chi è esposto, sia sul fronte pubblico che privato. A partire dai cittadini, restando a casa e fermandosi, cambiando la propria vita, scommettendo sul futuro, comprendendo la serietà della situazione presente e rinunciando a esporsi e a esporre al potenziale contagio chi è costretto a operare perché l’Abruzzo, con il Paese tutto, tenga».

    Così l’ex assessore regionale alla sanità Silvio Paolucci, che entra nel merito di quella che appare una palese incongruenza: si chiudono, per evitare il contagio, i bar anche dei piccoli centri montani, mentre si lasciano aperte le fabbriche dove sono ammassati, ogni giorno, migliaia di operai.

    «Non è questo il tempo degli allarmi e delle polemiche, ma è di certo il tempo dell’azione – sottolinea il capogruppo PD in Consiglio regionale Paolucci con i consiglieri  – Uniti, vogliamo rivolgerci a tutto il comparto lavoro, agli imprenditori e ai dirigenti delle fabbriche locali, perché applichino le normative, innanzitutto sul fronte della tutela dei lavoratori, che deve essere la prima e più importante preoccupazione in questo momento. E lo facciano coinvolgendo le parti sociali, perché il cammino deve essere condiviso e trasparente e quella lavorativa non può diventare una trincea insicura, ma deve essere un fronte operativo pronto per quando arriverà il momento di ripartire e risollevarsi, senza più il rischio del contagio. Chiediamo sicurezze per cittadini e i dipendenti delle aziende del trasporto pubblico. Il lavoro è un diritto, non una condanna, come tale deve essere assicurato e tutelato nel modo più efficace, assicurando la salute di ogni singolo uomo e donna che sono il prezioso motore del nostro sistema produttivo. Chi non riesce ad assicurare altrimenti queste condizioni ai suoi addetti, abbia il coraggio e la responsabilità di fermarsi o rallentare la produzione. Ci appelliamo, inoltre, anche a tutte le Aziende sanitarie abruzzesi perché stiano vicine al personale, garantendo adeguate azioni di contenimento e sorveglianza per loro e per i famigliari, non facendolo restare mai sguarnito dei dispositivi di protezione, limitando gli accessi alle attività strettamente urgenti, eseguendo i tamponi laddove necessario. Affinché tutto si verifichi in modo più stringente, chiediamo che la task force regionale preposta a dare indirizzi, verifichi sul campo le procedure e i protocolli sanitari: non possiamo permetterci che manchi personale alle nostre strutture, ma è indispensabile che quello venuto in contatto con persone contagiate, venga assicurato e tutelato dalle rispettive Asl, esattamente com’è successo quando il Presidente Marsilio, venuto a contatto con il collega Zingaretti contagiato dal virus, è stato sottoposto a tampone cautelativo. L’ultimo appello è alla Regione Abruzzo: si istituisca un organismo ispettivo, sinergico con tutti i soggetti del territorio preposti al controllo nell’ambito lavorativo, perché queste condizioni vengano assicurate, magari anche promuovendo un aggiornamento doveroso del Documento di Valutazione dei Rischi che la normativa impone e sospendendo le penali per gli appalti che gestisce, ad esempio per quelli in corso sul Masterplan, affinché le ditte non siano “costrette” a lavorare se non hanno le necessarie schermature. La forza lavoro è l’unico mezzo che abbiamo per diventare artefici di tempi migliori, non possiamo ignorarlo o, peggio, restare inerti. A tutti gli operatori del mondo della sanità e a coloro che garantiscono pulizia ed altri servizi nelle nostre strutture sanitarie, al personale delle farmacie, dei servizi pubblici e privati esposti, a tutta la prima linea che non può stare in casa, arrivi il nostro più sincero grazie e incoraggiamento per questa grandissima prova di competenza e umanità».

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