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  • Caccia al positivo a Castiglione, il medico del paese: «Nessun allarmismo, rispettiamo privacy e norme di comportamento»

    CASTIGLIONE MESSER MARINO – La notizia è stata data ieri sera dal sindaco Felice Magnacca che ha scelto la pagina social del Comune per avvisare i suoi concittadini del fatto che «il direttore del dipartimento di prevenzione della ASL 02 Lanciano-Chieti-Vasto, in data odierna, precisamente qualche minuto fa (intorno alle ore 23 di ieri, ndr), mi ha informato della positività al test Sars-Cov-2, su tampone eseguito a persona residente nel Comune di Castiglione Messer Marino». Primo caso positivo, dunque, nel centro montano del Vastese, sede di distretto sanitario e di due case di riposo. E appena dopo l’annuncio del primo cittadino si è scatenata una sorta di caccia all’uomo, per tentare di sapere chi è l’«untore», chi è la persona da evitare e magari additare. Paura, certo, irrazionalità, ma anche la difficoltà a comprendere che se si seguono alla lettera le norme di distanziamento sociale impartite dalle autorità sanitarie, se soprattutto si sta in casa senza uscire ogni tre minuti per fare una improbabile spesa a scaglioni, è del tutto irrilevante conoscere l’identità della persona risultata positiva al Covid19. Ricorda queste semplici norme di buonsenso, invitando nuovamente a rispettare le disposizioni imposte dalle autorità, uno dei medici del paese, Paolo Scolavino (in foto con il cane, ndr). Commentando pubblicamente proprio il messaggio informativo postato dal sindaco, il medico precisa: «Ricordo a tutti la legge che tutela la privacy. Nessun allarmismo, ma rispettiamo tutti le norme». Semplice e puro buonsenso, oltre che conoscenza delle norme e delle leggi. E ancora Scolavino aggiunge: «Assolutamente non vedo il motivo di sapere chi è la persona contagiata. Sono state adottate tutte le procedure previste, se state a casa e adottate le indicazioni sicuramente si riduce la diffusione del contagio. Ricordo che noi medici oltre al dovere deontologico, abbiamo obblighi di legge riguardo la privacy. Capisco la preoccupazione, stiamo ricostruendo per quanto possibile e doveroso tutti gli eventuali contatti per attivare le procedure. Stiamo a casa». Il medico Scolavino non lo ha detto in maniera esplicita, è stato diplomatico, ma lo ha lasciato capire chiaramente: non c’è alcun diritto né utilità a conoscere l’identità della persona contagiata, ma solo l’obbligo morale e soprattutto di legge di restare in casa. Più chiaro di così.

    Francesco Bottone

     

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