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  • Caccia: il Molise chiude le frontiere. Tagliamonte: «Le associazioni venatorie impugnino il provvedimento»

    Caccia: il Molise chiude le frontiere e il comitato di gestione dell’Atc Vastese valuta le contromisure da adottare.

    Il singolare provvedimento adottato dalla Regione Molise, con il quale viene permessa la caccia sul territorio ai soli molisani residenti, continua ad alimentare le polemiche. Dopo il duro intervento della portavoce del Sindacato venatorio italiano, Barbara Mazzali, che ha parlato di provvedimento «illegittimo e incostituzionale», sulla questione torna l’avvocato Alfonso Tagliamonte, delegato dell’Enalcaccia alla consulta regionale del Molise (primo a destra in foto, ndr). E l’avvocato interviene su richiesta del presidente provinciale dell’ArciCaccia di Chieti, Angelo Pessolano, il quale chiede al legale un parere da portare in sede di comitato di gestione dell’Atc Vastese.tagliamonte a belmonte

    L’Atc Vastese infatti, da anni ammette i molisani sul proprio territorio ma in base al principio della reciprocità. Per ogni abruzzese ammesso in Molise, l’Atc Vastese concede il tesserino ad un molisano. Questa reciprocità è saltata perché la Regione Molise ha deciso di chiudere le frontiere. Il problema è che molti molisani hanno già ottenuto il tesserino dell’Atc Vastese e stanno già andando a caccia in Abruzzo, in Alto Vastese in particolare.

    «Credo che le associazioni venatorie (nazionali) dovrebbero impugnare subito il provvedimento per le diverse violazioni di legge che a mio parere si ravvisano in ordine all’esclusione dei non residenti. – spiega Tagliamonte – Cerco di riassumere il mio pensiero.

    1) Violazione dell’ art.18 della l.r. (Molise) n. 19/1993 che testualmente recita: “Ad ogni ambito di Caccia, in rapporto all’estensione territoriale ed alle risorse faunistico ambientali, viene applicato l’indice di densità venatoria minima indicata dal Ministero per l’Agricoltura e Foreste”. In tutti gli Atc molisani, la presenza dei soli cacciatori residenti non consente il raggiungimento dell’’indice minimo predetto come stabilito dal decreto del Ministro dell’Agricoltura e Foreste (circa 5 cacciatori per ogni 100 ettari di territorio agrosilvopastorale). Abbiamo quindi la “necessità” – sottolineo la necessità- di aprire a diverse migliaia di altri cacciatori per rispettare detto indice minimo.

    2) la Regione non ha il potere di accettare o respingere ma solo di stabilire con l’approvazione del piano faunistico (quindi con atto di esclusiva competenza del consiglio regionale) il limite massimo dei cacciatori essendo poi riservato esclusivamente agli Atc la gestione e quindi l’ammissione o l’esclusione di ogni singolo ovviamente osservando criteri precedentemente stabiliti. Il nostro piano è stato approvato nel 1998 ed è quindi scaduto nel 2003. La giunta e ancor di più il consigliere delegato Cristiano Di Pietro non hanno in merito, secondo il mio modesto avviso, alcun potere. Si aggiunga, poi, che l’esclusione provoca ancor di più impoverimento del territorio e in special modo di tutte quelle attività che nei mesi invernali traevano beneficio dalla presenza di cacciatori quali trattorie, alberghi etc. senza contare che diversi appassionati avevano acquistato/riattato o fittato immobili che utilizzavano spesso con le loro famiglie anche nei restanti periodi festivi. Ovviamente anche agli Atc vengono così sottratte tante risorse necessarie per una migliore gestione della caccia e del territorio (vedasi ad esempio l’acquisto di dissuasori ottici per evitare incidenti stradali, recinzioni elettrificate da dare in comodato agli agricoltori).

    Sotto l’aspetto sociale, poi, non si permette più ad amici che cacciavano insieme da tantissimi anni di continuare a frequentarsi così come i tanti nativi molisani che risiedono fuori a causa di un lavoro loro negato nella terra natia di non poter tornare la domenica e cacciare insieme ai loro padri. Per concludere inviterei gli Atc confinanti a non scendere a “vendette” anche se come residente in Molise sono pronto a restituire i tesserini degli Atc dell’abruzzo ove sono nato, ove ho tanti parenti, ancora terreni e frequento spesso per lavoro».

    a cura di Francesco Bottone

    effebottone@gmail.com

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