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  • Caccia per mangiare, il Wwf protesta e scrive al Prefetto

    In Molise si può andare a caccia, in tempi di pandemia, perché procurarsi il cibo nei boschi, carni super biologiche allevate a impatto ambientale zero a differenza di quelle provenienti dagli allevamenti intensivi, viene considerato uno stato di necessità. Questo, almeno il linea teorica, è quanto prevede un’ordinanza del governatore Donato Toma, scritta a quattro mani con l’assessore competente Nicola Cavaliere.

    L’assessore alla Caccia, Cavaliere, e il governatore Toma

    Apriti cielo. Un «ritorno alla preistoria» secondo molti, che hanno criticato aspramente il provvedimento del governatore molisano. E a protestare si fa avanti, ovviamente, anche il Wwf del Molise, che investe della questione addirittura i Prefetti di Campobasso e Isernia e la Corte dei Conti.

    «La Regione Molise con ordinanza del Presidente della Giunta Regionale n. 25 del 02.05.2020, all’art 2 consente l’attività venatoria e l’addestramento dei cani fino al 17 Maggio 2020. – si legge nella nota del Wwf – Si ritiene che tale ordinanza violi la normativa nazionale (L. 157/92) e quella regionale (L. R., 19/93) in materia di attività venatoria, nonché le direttive europee (Direttive 92/43/CEE. e 2009/147/CE) che regolamentano il periodo del prelievo venatorio consentendolo solo in un arco di tempo ristretto. Difatti: l’articolo 18 della L. 157/92 stabilisce i tempi per l’esercizio venatorio e l’elenco delle specie cacciabili. Ogni anno, in osservanza dei criteri minimi stabiliti dalla legge, le regioni italiane deliberano il calendario venatorio in cui sono fissati volta per volta i tempi e le specie. Secondo la legge, la stagione venatoria si estende al massimo tra la terza domenica di settembre e il 31 gennaio, con le regioni che possono derogare rispetto a queste date anticipando l’apertura per alcune specie alla prima domenica di settembre e posticipando la chiusura al 10 febbraio, ma solo per alcune specie e con parere vincolante dell’Ispra. Per quel che concerne l’addestramento dei cani, l’attività venatoria è rigorosamente vietata durante il ritorno al luogo di nidificazione e durante il periodo della nidificazione e le fasi della riproduzione e della dipendenza degli uccelli di tante specie che in questo periodo sono in fasi molto delicate della loro vita: piccoli sono ancora immaturi, le specie migratrici devono prepararsi ai lunghi voli verso i luoghi di svernamento e , molti altre stanno ancora nidificando. Si precisa, altresì, che la Legge 157/92 stabilisce che la fauna selvatica è patrimonio indisponibile dello Stato e il suo prelievo può avvenire in deroga, con i tempi e i nodi consentiti dalla normativa su citata, disciplinandolo con il calendario venatorio che viene approvato con parere dell’Ispra. Per quanto sopra esposto, – termina la nota del Wwf – Le chiediamo, quale autorità provinciale di pubblica sicurezza, di sospendere, con effetto immediato, l’ordinanza n. 25 del Presidente della Regione Molise e di segnalare alla Corte dei Conti, l’eventuale danno erariale causato».

    La cosa singolare, tuttavia, è che il Wwf non dica mezza parola rispetto alla pesca sportiva, autorizzata dalla stessa delibera, sempre a scopo di procurarsi cibo. Sparare ad un cinghiale per farne salumi è una barbarie, pescare invece una ricciola o una trota per la cena è accettato senza fiatare anche dal Wwf.

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