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  • Carovilli, premio “Beati i miti” all’istituto Colozza di Campobasso

    CAROVILLI. “Occorre prendere esempio da Santo Stefano del Lupo: essere miti, dedicarsi agli altri, avere amore e rispetto reciproco nei rapporti tra persone e soprattutto nei confronti di quelle persone più deboli o con dei problemi. I ragazzi che vengono premiati oggi sono sulla strada giusta ed è un’ottima cosa che vengano presentati come esempio da imitare, sottolineando anche il fatto che dietro di loro ci sono certamente delle famiglie sane e amorevoli che li hanno preparati ad affrontare il mondo con i principi fondamentali della solidarietà e dell’amore”. Questi i concetti fondamentali sui quali si è intrattenuto il Cardinale Salvatore De Giorgi presente a Carovilli in occasione della decima edizione del “Premio Beati i Miti” organizzato dalla Parrocchia Santa Maria Assunta, sotto la direzione di Don Mario Fangio.

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    Il premio è ispirato a Santo Stefano del Lupo, Patrono del paese, nato a Carovilli intorno al 1140 e morto nel 1191 a Manoppello, in Abruzzo, dove aveva fondato un monastero e dove già quando era in vita era considerato Santo dagli abitanti del luogo. Ma quest’anno si festeggiava anche una ricorrenza particolare: il decimo anniversario della ricomposizione delle ossa del Santo realizzata con metodi scientifici. Le reliquie oggi possono essere osservate e venerate nella chiesa di Santa Maria Assunta di Carovilli racchiuse sotto vuoto in un’urna che soltanto in rarissime occasioni, come quella di quest’anno, viene portata in processione per le vie del paese.

    Il Premio “Beati i Miti” nato da un’idea scaturita da un’incontro avvenuto nel 2004 con l’allora Vescovo di Termoli, Tommaso Valentinetti, quest’anno è stato assegnato, dalla commissione appositamente costituita, alla classe 1a B dell’Istituto Comprensivo Colozza di Campobasso. I ragazzi di questa classe a seguito della segnalazione di una professoressa, si sono distinti perché hanno accolto con vera gioia la presenza di un compagno sfortunato e fanno a gara nel sostenerlo e nel farlo sentire parte integrante del gruppo, così facendo hanno sviluppato un forte spirito di solidarietà e di altruismo.

    Carovilli ha accolto con sincera simpatia ed affetto il Cardinale De Giorgi, sentimenti che sono cresciuti nel corso dell’evento per la capacità dell’alto prelato di prestarsi al rapporto umano con i presenti e di scambiare qualche parola con tutti coloro che lo hanno voluto avvicinare e anche per la dolcezza con cui ha accarezzato i ragazzi premiati, i chierichetti che hanno servito la messa e tutti i bambini.

    Nel suo intervento il Cardinale ha inoltre preso spunto dal Vangelo per sostenere: “tutti noi abbiamo nel nostro cuore sia il bene che il male, come in mezzo al grano cresce la zizzania; per vincere il male dobbiamo imitare Santo Stefano del Lupo, dedicarci sempre più al bene in modo da isolare e ridurre in un cantuccio il male, per ottenere questo dobbiamo riuscire a dedicare un po’ di tempo alla lettura delle sacre scritture”.

    Come ogni anno era presente anche Mons. Domenico Scotti, Vescovo di Trivento, visibilmente soddisfatto ha encomiato i ragazzi della 1a B ed ha sottolineato che in Italia esistono le leggi che proteggono le persone sfortunate: “ma questi ragazzi, pur senza saperlo, sono andati ben oltre le leggi; con l’amore che hanno dimostrato nei confronti di un loro compagno hanno fatto proprio lo spirito che dovrebbe animare ogni essere umano nei confronti del prossimo”.

    Don Mario Fangio, Parroco di Carovilli e instancabile organizzatore dell’evento dopo la festa patronale del giorno precedente, oltre ai ringraziamenti di rito ha ricordato i momenti più significavi della vita di Santo Stefano del Lupo, gli eventi miracolosi verificatisi a Caramanico al passaggio delle sue reliquie lungo il viaggio di ritorno al paese natio e le occasioni di protezione nei confronti dei carovillesi che questi attribuiscono al Santo.

    Insomma un uomo che in vita è stato tanto umile, mite e riservato in queste giornate, proprio per le sue qualità, è stato al centro di ricordi e di profonda ammirazione.

     

     

     

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