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  • Chiude la cucina della struttura di assistenza, i pasti caldi arrivano dall’ospedale “Caracciolo”

    AGNONE – Chiude la cucina della struttura di asisstenza, i pasti caldi arrivano dall’ospedale “Caracciolo”.
    Ancora una volta il pubblico deve correre in soccorso del privato. Succede ad Agnone dove per assicurare un pasto caldo agli anziani ospiti della struttura di assistenza risultata centro di un importante cluster epidemiologico si è dovuto far ricorso alle cucine dell’ospedale “Caracciolo”.

    Spiega l’accaduto la commissario prefettizio, Giuseppina Ferri, che sta seguendo passo passo l’evolversi della situazione, probabilmente addirittura meglio di quanto un qualsiasi sindaco avrebbe potuto fare.
    «Stamattina sono stata informata che presso la struttura di assistenza di Agnone non erano stati forniti i pasti essenziali agli ospiti. – spiega la commissaria della Prefettura – Mi sono immediatamente attivata per risolvere il problema. Ho contattato l’Asrem, riferendo la problematica, ma intanto abbiamo garantito come Comune la somministrazione almeno della prima colazione. Grazie anche all’intervento sul posto delle Forze dell’ordine è stata riattivata la cucina della struttura, che invece era stata chiusa dalla proprietà. Questo ha permesso di poter somministrare almeno le prime colazioni agli anziani presenti. Per quanto riguarda il pranzo, invece, sono stati portati pasti caldi preparati presso la mensa ospedaliera  del “Caracciolo” e trasportati sul posto dalla Protezione civile. Ho dato disposizione di assicurare tutti i pasti caldi, nelle prossime ore, agli ospiti della struttura, ma contestualmente ho chiesto all’Asrem il trasferimento immediato presso altra sede più idonea di tutti i pazienti ancora presenti. Il disservizio – spiega ancora la dottoressa Ferri – si è verificato perché il titolare della struttura, questo mi è stato riferito, avrebbe chiuso la mensa». Su questa decisione, probabilmente, ha pesato la carenza di personale dovuta al fatto che alcuni dipendenti sono risultati positivi al Covid19 e posti in quarantena obbligatoria presso il proprio domicilio. «Il tutto, comunque, è stato refertato dai Carabinieri intervenuti sul posto. – aggiunge in chiusura la commissario Ferri – Per quel che mi riguarda ho già trasferito tutti gli atti assunti fino a questo momento in Procura per le eventuali successive valutazioni. Ho già chiesto alla Regione Molise di intervenire, perché, occorre ricordarlo, si tratta di persone che vanno assistite e se la struttura che le accoglie non riesce a garantire i servizi essenziali, trovandoci in emergenza sanitaria, dovrà farsene carico il pubblico».

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