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  • Cinghiale attacca poliziotto, abbattuto con la pistola d’ordinanza

    VASTO. Ha rischiato di essere ucciso l’agente dell polizia stradale accorso martedì sera in aiuto di un’automobilista danneggiato da un enorme cinghiale. L’animale gli si è avventato contro. Solo la prontezza dei riflessi dell’agente ha evitato la tragedia. La polizia ha sparato al cinghiale riportando la calma in contrada Buonanotte.

    A raccontare la disavventura che solo per miracolo non ha avuto un tragico epilogo è l’avvocato Luigi Perta di Foggia. «Ad avere per primo l’incontro ravvicinato con il cinghiale è stato mio fratello», racconta il legale. «Mentre al volante della sua Bmw tornava a casa percorrendo via Buonanotte, sulla strada è spuntato all’improvviso un cinghiale. Non c’è stato il tempo di schivare l’animale. L’ungulato è finito contro la vettura danneggiandola, poi è fuggito via».

    L’automobilista ripresosi dallo spavento ha chiamato la Forestale. Gli agenti erano impegnati altrove. «Mio fratello allora ha chiamato la polizia ed è arrivata una pattuglia della stradale. Mio fratello ha raccontato quello che gli era successo e un agente si è inoltrato fra i vigneti per controllare».

    E il cinghiale era là. «L’animale alla vista dell’agente anzichè fuggire gli si è avventato contro», racconta l’avvocato Perta. «Il poliziotto ha rischiato gravi conseguenze ma è stato bravo a prendere la pistola e a sparare contro l’animale».

    È stata la stessa polizia a chiedere l’intervento sul posto del servizio veterinario della Asl. I danni procurati dall’animale alla Bmw sono gravissimi. «Ancora più grave è stato il rischio corso da mio fratello e poi dall’agente di polizia», annota l’avvocato Perta. «La strada che stava percorrendo mio fratello è molto trafficata. È l’arteria che collega la zona alta della città alla riviera. Non oso pensare alle conseguenze se al posto della Bmw di mio fratello fosse passata la moto di qualche ragazzo», commenta Perta.

    La costituzione in mora è inevitabile ma altrettanto indispensabile sarebbe risolvere un problema che si trascina da anni e che diventa sempre più grave. «Non è ammissibile che un cinghiale inferocito arrivi sulla riviera aggredendo turisti e forze dell’ordine», rimarca il professionista. (p.c.)

    Paola Calvano
    Dal quotidiano “Il Centro” di oggi

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