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  • Cinghiali, Cia pressa: «Bisogna far sparare all’interno delle aree protette»

    «La situazione cinghiali è fuori controllo, occorre un piano faunistico-venatorio regionale efficace». Per la Cia-Agricoltori Italiani Abruzzo il problema degli ungulati continua a dilagare mettendo a serio rischio l’agricoltura e la pubblica incolumità.

    «Accogliamo con favore il provvedimento della regione Abruzzo che autorizza l’uso di fonti luminose e prolunga fino a mezzanotte la possibilità di caccia di selezione al cinghiale», afferma Mauro Di Zio, presidente di Cia Abruzzo, «ma continuiamo a ricevere allarmate segnalazioni da parte dei nostri soci, che ci riferiscono di ingenti danni causati dai cinghiali alle coltivazioni agricole».

    Le razzie nei campi di cereali, ceci, piselli, meloni sono all’ordine del giorno e riguardano non più solo le aree interne, ma anche il territorio in prossimità della costa, vanificando il lavoro di mesi ed investimenti di migliaia di euro ad ettaro, compromettendo inesorabilmente le operazioni di raccolta e di trebbiatura. Il tutto in attesa che, tra qualche tempo, l’attenzione dei branchi di cinghiali si sposti su ortaggi, mais e vigneti.

    «Il piano faunistico regionale è ancora fermo al palo e le azioni di selezione e controllo non riescono a garantire la sostenibilità della situazione neanche in quelle realtà dove gli Ambiti Territoriali di Caccia ci mettono impegno», continua Di Zio che chiede alle istituzioni regionali di eliminare il regime “de minimis” così da prevedere il totale risarcimento dei danni da fauna selvatica.

    Sono quattro le richieste da presentare alla Regione emerse nell’ ultimo incontro con i rappresentanti degli ATC Chietino-Lancianese, Vastese e Pescara a cui erano presenti anche il presidente Cia Chieti-Pescara Nicola Sichetti, e il direttore Cia Chieti-Pescara Alfonso Ottaviano.

    «Vista la perdurante situazione emergenziale determinata da un aumento esponenziale del numero dei cinghiali sul territorio regionale e constatata l’impossibilità di provvedere a riforme della Legge nazionale sulla caccia (legge 157/1992) in tempi brevi, suggeriamo di adottare misure congrue e potenzialmente idonee a ridimensionare la popolazione di cinghiali:

    1. Regolamentazione specifica della Caccia di selezione in notturna, da attuarsi esclusivamente dietro “richiesta di intervento” da parte degli agricoltori.;
    2. attuazione “immediata” dell’attività di controllo “emergenziale” nelle aree protette, anche senza attendere la predisposizione di uno specifico Piano di Controllo (seguendo l’esempio di alcuni Comuni che l’hanno già fatto nel territorio regionale);
    3. approvazione in tempi brevi del Piano Faunistico Regionale con revisione della proposta (in esso contenuta) di zona vocata e zona non vocata;
    4. creare correttivi all’attuale Regolamento Regionale sugli Ungulati (1/2017) permettendo ai singoli ATC di poter stabilire autonomamente il numero di componenti minimi della squadra e di battute da effettuare, sulla base dell’ampiezza del territorio e della capacità gestionale delle singole squadre, per far si che si garantisca categoricamente un adeguato equilibrio tra il livello di controllo delle specie, sicurezza stradale e soprattutto tutela delle colture. Riteniamo comunque importante aumentare il numero dei componenti di ciascuna squadra, ma chiediamo anche a chi la pensa diversamente su questo punto, di dimostrare l’efficacia dei risultati anche con squadre numericamente più piccole».

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    1 Comment

    1. Blasetti Vinicio says: Rispondi

      ottimo intervento, ma, bisogna rendersi conto che la situazione è peggio di quello che si crede, con l’istituzione di una riserva e conseguente istituzione di un parco, nel 98, ho vissuto il problema prima di altri, ora non coltiviamo più, e sono spariti anche i cinghiali, abbiamo la presenza di numerosi cervi e caprioli, ma non coltivando abbiamo risolto il problema, questo è quello che vuole la Regione Abruzzo, destra o sinistra, o 5Stelle, non importa, l’obbiettivo è comune e lo hanno conseguito, quindi, ai miei colleghi agricoltori dico di smettere di fare il loro lavoro, due anni di sofferenza e spariranno i cinghiali, potrebbe sembrare eccessivo, ma con una fava, si prendono due piccioni, facciamo contenta la Regione, e potremmo tornare a fare agricoltura!

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