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  • Cinghiali: licenza di uccidere tutto l’anno agli agricoltori con porto d’armi

    CAMPOBASSO – Coldiretti Molise stima positivamente la proposta di modifica della legge regionale 10 agosto 1993 n. 19, inserita nel maxiemendamento alla Legge di Bilancio, presentata dal consigliere ed ex assessore all’Agricoltura ed alla Caccia, Nicola Cavaliere. Nello specifico, la modifica prevede che «qualora la presenza sul territorio regionale di una specie faunistica venabile risulti eccessiva, la Giunta Regionale, ai fini della riduzione delle criticità arrecate, può con propri atti estendere il periodo del prelievo venatorio per l’intero arco temporale, inteso dall’inizio al termine dell’intera stagione venatoria» e che i piani di controllo della fauna selvatica «possono essere attuati tramite le guardie venatorie dipendenti delle Provincie e da altri soggetti purché muniti di licenza per l’esercizio venatorio».

    Ciò va nella direzione di quello che Coldiretti Molise sta chiedendo ormai dallo scorso agosto, ovvero che gli imprenditori agricoli, muniti di regolare licenza di caccia, possano abbattere, nel corso di tutto l’anno, i cinghiali nel proprio fondo. «Questo a tutela non solo del lavoro degli agricoltori ma anche dalla pubblica incolumità. Infatti, i cinghiali non si limitano più “solo” a devastare e distruggere interi campi e raccolti, spesso aggredendo gli agricoltori a lavoro, ma entrano indisturbati nei centri abitati e provocano sempre più spesso incidenti stradali, anche mortali. Una situazione non più sostenibile che Coldiretti Molise denuncia con forza ormai da almeno due anni e che si è enormemente aggravata nelle ultime settimane, ovvero da quando le restrizioni governative, dettate dalle misure di contenimento del Corona Virus, hanno fatto si che la fauna selvatica, cinghiali in primis, si appropriassero del territorio».

    «Oggi più che mai – afferma il Delegato Confederale di Coldiretti Molise, Giuseppe Spinelli – l’Italia tutta ha bisogno delle produzioni nazionali che sono però messe a rischio tanto dalla fauna selvatica che dai cambiamenti climatici in atto. Il settore primario – prosegue Spinelli – è l’unico che durante il lockdown non si è fermato, continuando a produrre cibo per tutti. Per questo – prosegue il Delegato Confederale – se gli imprenditori agricoli e zootecnici non verranno messi in condizione di lavorare per produrre in sicurezza, non come ora che sono esposti al pericolo imminente di chiusura delle loro aziende, sarà l’intero Paese a subirne le conseguenze. Questo è solo un primo passo verso la soluzione del problema – conclude Giuseppe Spinelli – Ora puntiamo alla dichiarazione dello stato di emergenza, su tutto il territorio regionale, per i danni causati dai cinghiali, al fine di attivare concreti piani di abbattimento straordinari, che potranno essere attuati con l’impiego delle guardie venatorie dipendenti delle Province, delle Guardie Forestali e comunali, come anche dei proprietari o conduttori dei fondi sui quali si attuano i piani di abbattimento, purché tutti muniti di licenza di caccia».

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