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  • Cinghiali nei centri abitati, il Prefetto: «Task force di Polizia provinciale e cacciatori»

    Dopo la riunione svoltasi a luglio in Prefettura e quella organizzata lunedì scorso dalla Coldiretti presso il Teatro Italo Argentino di Agnone, si continua a discutere delle problematiche connesse alla presenza di cinghiali nel territorio della provincia di Isernia.
    Stamani, infatti, il Prefetto Guida ha presieduto, presso il Palazzo del Governo, un nuovo incontro convocato a seguito delle segnalazioni pervenute, in particolare, dal sindaco del comune di Civitanova del Sannio, dove è presente, peraltro, una zona di ripopolamento e cattura, e da alcuni cittadini residenti a Isernia, in Via D’Apollonio, che hanno espresso forte preoccupazione per l’incolumità fisica delle persone e degli automobilisti, specialmente per l’avvicinamento dei cinghiali al centro abitato, ma anche per i danni alle colture.
    La riunione si è aperta con un’approfondita disamina del fenomeno dal punto di vista normativo, illustrata dal Prefetto attraverso riferimenti sia alla legge statale sulla caccia, la n. 157 del ’92 – che demanda alle regioni il controllo delle specie di fauna selvatica anche nelle zone vietate alla caccia – sia a quella regionale, la n. 19 del ’93, che attribuisce tale controllo alle Province.
    Nel prosieguo dell’incontro, ferme restando le competenze regionali in materia e nelle more dell’approvazione del “Regolamento per l’esercizio della caccia di selezione” – tuttora all’esame del  Consiglio regionale – si è discusso della necessità di individuare una soluzione di immediata attuazione che consenta di intervenire quando sussista un rischio concreto per l’incolumità pubblica in caso di aggressioni da parte degli ungulati.
    A tal fine, è stato dato ampio spazio agli interventi dei presenti – oltre ai sindaci di Isernia e Civitanova, il consigliere regionale delegato Cristiano Di Pietro, i rappresentanti di Polizia Provinciale, Servizio Veterinario dell’ASREM e Ambito Territoriale di Caccia di Isernia, i vertici provinciali delle Forze di Polizia nonché gli esponenti di Coldiretti e Federcaccia – che hanno animato il confronto.
    Nel corso della riunione, si è fatto cenno, inoltre, alla proposta di legge volta ad ottenere la modifica della normativa nazionale in materia, al fine di ampliare a quattro mesi il periodo della caccia “in braccata, attualmente consentita per tre mesi (nella Regione Molise fissati dalla metà di ottobre a quella di gennaio).
    Pertanto, solo un intervento del Parlamento potrà consentire di procrastinare di un ulteriore mese il periodo della caccia, non potendo la normativa regionale in materia derogare a quella nazionale, la cui modifica rientra nelle esclusive competenze del potere legislativo.
    Al termine dell’incontro, il Prefetto ha suggerito la possibilità di richiamare l’art. 29 della legge regionale n. 19 che, in materia di controllo della fauna selvatica, prevede il coinvolgimento delle guardie venatorie provinciali, le quali possono avvalersi dei proprietari o conduttori dei fondi interessati dal fenomeno nonché di altre persone, purché munite di licenza per l’esercizio venatorio, e riferisce di aver già interessato per le vie brevi l’ISPRA al fine di conoscerne l’avviso.
    Ciò consentirebbe di costituire una “task force” operativa, da attivare in caso di emergenza, a tutela della sicurezza degli agricoltori, degli automobilisti e di tutti i cittadini residenti nei territori maggiormente interessati dal fenomeno.
    Pertanto, qualora l’ISPRA dovesse pronunciarsi favorevolmente, la Prefettura diramerà apposita circolare ai sindaci per illustrare le modalità del “protocollo operativo” per le situazioni di pericolo connesse alla presenza dei cinghiali.

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