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  • Cinque lupi investiti in un solo mese, Liberatore: «Sintomo di una densità in aumento sul territorio»

    CAPRACOTTA – Cinque lupi adulti, tutti di sesso femminile, una manca dal tavolo anatomico nella foto pubblicata, recuperati sulle strade, in provincia di Isernia, nel solo mese di dicembre, nel raggio di una ventina di chilometri. Gli animali sono stati messi a disposizione del personale veterinario dell’Asrem per gli esami di rito. 

    «Cinque lupi investiti e recuperati nel raggio di una ventina di chilometri sono un chiaro segno che la densità sul nostro territorio, quello della provincia di Isernia e dell’Alto Molise in particolare, è molto elevata» spiega il medico veterinario Antonio Liberatore, del servizio veterinario dell’Asrem Molise.

    Dottor Liberatore, ci dica qualcosa di più rispetto a questi lupi.

    «Si tratta di cinque femmine, tutte adulte, ma giovani, una delle quali sicuramente in stato di gravidanza. – riprende il veterinario di Capracotta, esperto di fauna selvatica sia per professione che per passione personale – Lo stato gravidico di quell’esemplare sarà accertato dopo l’esame autoptico che faremo nei prossimi giorni. Tutti gli esemplari sono in ottimo stato di salute, anche dal punto di vista nutrizionale».

    Ci faccia capire, sono tutti lupi dello stesso branco?

    «Lo escluderei quasi completamente. Dalle analisi visive sul posto del ritrovamento è emerso chiaramente che si tratta di animali isolati».

    E cosa facevano queste lupe senza branco?

    «La spiegazione più plausibile è che si tratti di esemplari in dispersione. Si allontanano o vengono allontanate dal branco, cioè dalla popolazione sorgente, per colonizzare nuovi territori e formare qui nuovi branchi».

    Bene, quindi lupe giovani, ma già sessualmente mature, pronte a formare nuovi branchi. Sono indice di una buona presenza sul territorio, conferma?

    «Certo, l’ho già dichiarato: cinque lupe in un territorio così ristretto indicano chiaramente che la densità sul territorio è molto elevata».

    Tutti esemplari investiti, dunque è escluso il decesso per altri motivi legati alle attività umane, come ad esempio il bracconaggio.

    «Confermo, si tratta di animali investiti, che non presentano lesioni diverse da quelle compatibili con i traumi derivanti dall’investimento di autoveicoli».

    Solitamente i lupi li pensiamo confinati nei boschi. Perché tutti questi investimenti, quindi animali a ridosso delle strade e spesso anche delle abitazioni?

    «Presumibilmente i lupi hanno capito che le strade sono delle fonti di cibo facile, perché molto spesso vengono uccisi, perché investiti, altri animali di cui il lupo si nutre, come ad esempio i tassi o i caprioli o anche i cinghiali. Cibo già pronto, carcasse disponibili, senza la fatica di dover cacciare, anche se il rischio, come mostrano i cinque esemplari rinvenuti a dicembre, è di finire investiti».

    Quindi due buone notizie, da un certo punto di vista: una è che i lupi sono sempre più presenti sul territorio e l’altra è che non sono stati trovati esemplari di lupo vittima di bracconaggio.

    «Lupi abbattuti da armi da fuoco non ne abbiamo trovati, almeno non recentemente. Quello che deve essere chiaro è che oltre ad essere un reato, bracconaggio, sparare ad un lupo significa aumentarne la popolazione. Perché se venisse abbattuta la femmina dominante, immediatamente le subordinate andrebbero in calore e il numero di esemplari di quel branco aumenterebbe».

    La presenza del lupo in aumento preoccupa sempre di più gli allevatori. Cosa ci può dire in merito?

    «Che per fare allevamento da reddito o meno è necessario porre in essere sistemi di difesa passiva e attiva. Quelli di difesa passiva sono le recinzioni, i recinti elettrificati o metallici ad esempio, che riescono a tenere lontani non solo i lupi, ma anche altri predatori. I sistemi di difesa attiva sono ad esempio l’utilizzo di cani da pastore. Sono stato testimone oculare di un attacco ad una mandria al pascolo allo stato brado sulle montagne molisane. La tecnica utilizzata dal branco è questa: un solo lupo avanza e attira su di sé i cani pastore. A quel punto il resto del branco attacca il bestiame. In quell’occasione di cui sono stato testimone diretto, un solo cane è andato a fronteggiare il lupo in avanscoperta. Quindi i cani non sono caduti nel tranello teso loro dai lupi, ma sono rimasti a presidio della mandria. Con questi espedienti si può fare allevamento anche allo stato brado senza perdere un solo animale per cause riconducibili alla predazione da parte del lupo».

    Affascinante. Quindi il lupo non è un problema, neanche per gli allevatori. 

    «Assolutamente no. La presenza del lupo in Molise e in provincia di Isernia, ma anche nel vicino Alto Vastese, è un dato ormai accertato. La popolazione è presente con una densità già alta e in aumento per via della disponibilità di cibo. Bisogna semplicemente prenderne atto e trovare il modo di convivere con questa presenza del tutto ovvia e naturale».

    Francesco Bottone

    effebottone@gmail.com

    tel: 3282757011

     

     

     

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