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  • Coldiretti ai candidati governatore: «Completo ripensamento della gestione della fauna selvatica»

    Dodici proposte concrete per costruire una regione rivolta al futuro delle imprese e dei consumatori. Si è concluso ieri pomeriggio il ciclo di incontri promosso da Coldiretti Abruzzo nel Mediamuseum di Pescara per consegnare ai quattro candidati alla carica di presidente della Regione il Manifesto Politico sul cibo e l’agroalimentare abruzzese. Il documento – presentato sabato scorso a Giovanni Legnini, lunedì a Sara Marcozzi e ieri a Marco Marsilio e a Stefano Flajani – è stato firmato in segno di condivisione da tutti i candidati presidenti e punta ad essere un contributo propositivo per coloro che andranno ad amministrare – come governo o come opposizione – l’Abruzzo per i prossimi cinque anni. Articolato in cinque grandi temi (rafforzamento della sovranità alimentare; tutela del made in Italy dal campo alla tavola con particolare riferimento alla materia prima abruzzese; sostegno della filiera corta nella ristorazione pubblica e promozione dei mercati contadini; creazione di un paradigma sostenibile in termini ambientali; sviluppo della competitività imprenditoriale attraverso l’innovazione) prevede quattro aree di intervento (multifunzionalità, ambiente, filiera agricola, sburocratizzazione) alle quali corrispondono dodici proposte concrete.

    Da qui, le proposte di Coldiretti per il futuro con l’esigenza di mettere al centro l’importanza del cibo: una priorità realizzabile attraverso una nuova cultura di governo e strumenti politico-finanziari adatti e funzionali.

    Premessa da cui si dipanano le dodici propose di Coldiretti che toccano tutte le problematiche più sentite: 1) l’istituzione di un fondo di garanzia a supporto dell’erogazione del credito in agricoltura; 2) il riordino normativo in materia di multifunzionalità; 3) lo sviluppo dei mercati contadini e l’introduzione della filiera corta all’interno delle mense di ristorazione pubblica; 4) un maggiore slancio amministrativo e tempi accessibili relativamente alla programmazione comunitaria; 5) il coinvolgimento reale degli agricoltori nella gestione delle aree protette e delle aree più propriamente montane e svantaggiate; 6) una riorganizzazione dei consorzi di bonifica per un uso più congruo e razionale delle risorse idriche; 7) la “coltivazione” sostenibile della risorsa “bosco” e una rivisitazione della normativa sui pascoli e la forestazione; 8) promozione di una nuova normativa regionale sulla preservazione del suolo attraverso l’inserimento di vincoli precisi nei piani urbanistici; 9) completo ripensamento della gestione della fauna selvatica attraverso la responsabilizzazione del mondo venatorio e degli Atc; 10) creazione della cultura della legalità attraverso iniziative di lotta e di conoscenza delle agromafie e dell’agropirateria; 11) promozione di contratti di filiera capaci di valorizzare al meglio le colture distintive della regione Abruzzo; 12) riorganizzazione della macchina amministrativa soprattutto in riferimento al Dipartimento delle politiche di sviluppo rurale e creazione di uno specifico Dipartimento del Cibo.

     

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