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  • Convenzione non ancora rinnovata, dimezzate le donazioni di sangue al “Caracciolo”

    AGNONE – Da quasi ottocento sacche di sangue raccolte lo scorso anno, ad appena 334 nel 2019. Dimezzate le donazioni di sangue presso l’ospedale “Caracciolo” di Agnone. Ma non perché gli agnonesi siano diventati improvvisamente egoisti o perché abbiano smesso di donare il prezioso fluido corporeo grazie al quale si salvano vite umane. La colpa, come spesso accade, è della burocrazia e della politica, perché pare che l’Asrem non abbia rinnovato la convenzione per la raccolta del sangue all’ospedale di Agnone. I volontari possono continuare a donare, certo, ma non nella sede di Agnone; dovrebbero raggiungere il “Veneziale” a Isernia. E chiaramente questo viaggio verso l’ospedale pentro scoraggia i donatori. Risultato: dimezzato il numero di sacche di sangue da Agnone. «Per risparmiare pochi spiccioli per garantire i pagamenti sicuramente agli extraregionali di strutture private, si trascura di rinnovare da parte di Asrem la convenzione con la Fidas ad Agnone, danneggiando gli ospedali regionali pubblici e costringendo ad acquistare sangue fuori Regione?». E’ la domanda, retorica, che pone don Francesco Martino, sacerdote e giornalista. «A pensar male si fa peccato, – riprende il parroco di Belmonte del Sannio – ma molto spesso ci si indovina. Questi sarebbero i manager da confermare alla guida di Asrem perché hanno raggiunto gli obiettivi?- tuona il reverendo – La politica e il presidente Toma recuperino serietà e dignità, per favore, se ce l’hanno. Se un problemino tecnico amministrativo burocratico, risolvibile al massimo in 15 giorni, viene trascinato oltre i 90, c’è molto o tutto che non quadra».

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