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  • Da Valmontone a Chiauci per fare il sindaco, il candidato Cesari: «Perché no?»

    «Siamo gli eredi di Don Luigi Sturzo, di Alcide De Gasperi, di Aldo Moro, di Giulio Andreotti e non ultimo di Giacomo Sedati. Siamo il Movimento Politico Libertas una compagine politica che da sempre si rifà ai valori storici del centro e della moderazione che hanno identificato gli ultimi 60 anni di storia Politica Italiana». Così Luca Cesari, nato a Roma e residente a Valmontone, ma candidato sindaco a Chiauci, in Alto Molise, per la lista “Movimento Politico Libertas”. Sposato, con una figlia, dipendente di banca da circa quaranta anni e sindacalista, l’esponente politico, che si confronterà con altri sei candidati alla carica di sindaco in un Comune di qualche centinaio di elettori appena, presentandosi all’elettorato spiega che «siamo da sempre realmente vicini al popolo, che sia anziano, giovane, lavoratore, disoccupato o pensionato. Siamo il grande passato, proiettati ad un grande futuro, per tutti nessun escluso».

    «Per questo chiediamo il voto qui a Chiauci, – aggiunge – per dimostrare che siamo capaci di amministrare in modo tranquillo in piena onestà fattuale ed intellettuale, senza stravolgimenti. Noi puntiamo all’onestà, alla giustizia, la trasparenza, alla politica del fare con occhio vigile alle spese dei fondi pubblici». «Siamo di area cattolica democratica, quella che ha fatto tanto per l’Italia, anche per i piccoli Comuni. – continua il candidato sindaco citando lo slogan “Servire, non servirsi” che dovrebbe ispirare ogni amministratore – Il gruppo che ho il piacere e l’onore  di rappresentare, con il Movimento Politico Libertas, proviene dalla stessa esperienza politica e condivide i valori». Al netto delle dichiarazioni di Cesari, che essendo generali e astratte andrebbero bene per un qualsiasi borgo d’Italia, abbiamo voluto formulare delle domande più circostanziate al candidato sindaco. Il suo movimento politico si ispira ai valori e all’esperienza della Democrazia cristiana, ma altrove, nel Lazio, non è stato impegnato, in ruoli anche di vertice, con la Lega Salvini? «Noi non siamo sovranisti, non siamo no euro, no Europa, tutt’altro. Ci rifacciamo ai padri nobili dell’Europa come Adenauer, De Gasperi, Schumann, Spinelli, perciò non siamo per il “no” sempre ed ovunque, ma sempre aperti al dialogo». Di fatto ha eluso la domanda, proviamo ancora: ha avuto precedenti esperienze con la Lega? «Sì, sono stato per un brevissimo periodo in Lega come simpatizzante e poi eletto segretario politico, ma ho lasciato subito dopo. Come me anche i segretari di Colleferro, Valmontone e San Cesareo perché era una entità astratta e nulla più». Andiamo avanti: lei è nato a Roma e vive a Valmontone, perché vuole fare il sindaco di Chiauci, in Alto Molise? «Perché no? Mi verrebbe da rispondere, ma sarebbe troppo semplice. Penso a persone nuove che, con l’apporto della cittadinanza locale, siano a novità anche a livello comprensoriale».

    Si parla spesso di liste civetta, lei è un appartenente alle Forze dell’ordine? Che lavoro fa? «Lavoro in banca da circa quaranta anni ed ho maturato anche un’ottima conoscenza nel settore del credito». Nella sua lista ci sono appartenenti alle Forze dell’ordine? «Taluni», sorvola il candidato sindaco. E’ già stato a Chiauci per la campagna elettorale? «I miei “compagni di viaggio” sì, il sottoscritto conosce il posto per giro vacanziero avendo visitato la diga, avendo visto la copia della Sacra Sindone e lo stupendo verde da tutelare». Perché un residente di Chiauci dovrebbe votarla come sindaco preferendola ad un candidato locale? «Perché Chiauci potrebbe aver un apporto ed un supporto del tutto nuovo, mantenendo la pacatezza dei modi che ci contraddistingue».

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