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  • Decreto sicurezza, Auser: “Bloccare gli Spar è grave errore del Governo”

    CAMPOBASSO – “Bloccare l’esperienza degli SPRAR seguiti direttamente dalle Amministrazioni Locali che hanno l’obiettivo di costruire percorsi di inclusione sociale e di integrazione culturale per piccoli numeri negli ottomila comuni italiani è frutto di miopia politica. Consegnare centinaia di migliaia di immigrati alla clandestinità, al lavoro nero e all’obbligo di nascondersi per sopravvivere in Italia, farà crescere l’insicurezza, i rischi e l’irregolarità sul territorio nazionale, senza contare che molti disperati, non sapendo cosa fare, finiranno obtorto collo nelle mani della piccola delinquenza locale o peggio della criminalità organizzata. Far crescere i centri di gestione straordinaria dell’immigrazione con migranti, impossibilitati a fare niente, che continueranno, in numeri ancora più alti, a girovagare senza far nulla è un errore grave”.

    E’ quanto dichiara l’Auser associazione padre Giuseppe Tedeschi all’indomani dell’approvazione del decreto legge sicurezza sull’immigrazione.

    “Visto che i rimpatri sono impossibili, come ha confermato anche l’ultimo episodio verso la Tunisia con l’aereo rotto e senza carburante, rendendo più difficile la permanenza in Italia, l’apprendimento della lingua italiana, la ricerca di un lavoro regolare e la possibilità di studiare e inserirsi correttamente nel nostro Paese, si sarebbe dovuto fare il contrario privilegiando le buone pratiche e aiutando gli sforzi di tanti migranti, profughi o rifugiati che intendono costruirsi una prospettiva di vita nella legalità.  Impedire a oriundi italiani, come i nipoti di chi è emigrato in Venezuela, Argentina o altre Nazioni, di acquisire la cittadinanza italiana è un oltraggio alla storia oltre che un atto di ingiustizia che umilia i figli e i nipoti di cittadini italiani che vorrebbero rientrare nei comuni di origine delle loro famiglie. Su questi temi è indispensabile che il Parlamento corregga il provvedimento e ne ribalti l’impostazione”, conclude l’Auser.

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