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  • Detenzione armi, giro di vite delle Questure: serve il certificato medico di idoneità psicofisica

    Sequestrati quattro fucili e due pistole nel corso di controlli della Polizia di Stato della Questura di Frosinone. La notizia è di ieri, ma analoghi controlli sono in corso in tutta Italia. Evidentemente i fatti di Macerata, con i colpi di pistola esplosi in giro per la città, hanno innescato una reazione della Polizia su tutto il territorio nazionale con l’intensificazione dei controlli in merito alla detenzione delle armi.
    I poliziotti della Divisione Amministrativa della Questura di Frosinone hanno accertato che i proprietari di quelle armi non avevano rispettato la normativa vigente, in particolare non era stata presentata la necessaria certificazione medica.
    Il Primo Dirigente dr.ssa Antonella Chiapparelli, che ha coordinato i servizi, invita pertanto «chi detiene armi, analogamente a chi ha il porto d’armi, a presentare agli uffici (di Polizia o ai Carabinieri), dove le armi sono state denunciate, ogni 6 anni, il certificato medico di idoneità psicofisica alla detenzione».
    La certificazione dovrà attestare che il richiedente non sia affetto da malattie mentali oppure patologie che ne diminuiscano, anche temporaneamente, la capacità di intendere e di volere ovvero non risulti assumere, anche occasionalmente, sostanze stupefacenti e psicotrope oppure abusare di alcol.
    Le persone, che non avranno provveduto a regolarizzare la detenzione, riceveranno una diffida per la presentazione del certificato stesso. Se nei successivi 30 giorni la certificazione non sarà stata presentata, verrà avviato il procedimento finalizzato al divieto di detenzione con acquisizione cautelativa delle armi, conseguente confisca e distruzione.

    L’obbligo della denuncia vige anche nel caso di locazione e comodato (solo armi sportive o da caccia), a seguito di cessione gratuita, e per gli eredi da successione causa morte.

    L’obbligo riguarda chi detiene armi senza porto d’armi, ad esempio chi le ha ereditate, perché è noto che i possessori di porto d’armi presentano, all’atto del rilascio o dei successivi rinnovi, quelle certificazioni.

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