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  • Diga Chiuaci, Frattura: «L’opera deve essere sfruttata anche a fini turistici»

    «Quando si parla della diga di Chiauci non dobbiamo fermarci solo all’agricoltura: il completamento della diga finanziato con il Patto per il Molise per 10 milioni di euro è legato non esclusivamente ai fini irrigui. Superando una discussione che è durata troppo a lungo – che cosa può significare in termini di risorsa per il territorio interregionale l’invaso – proviamo oggi a fare un’altra scommessa: capire come a fini turistici l’opera potrà essere utilizzata, una volta collaudata e messa in sicurezza».

    E’ quanto dichiarato dal presidente della Regione Molise, Paolo di Laura Frattura, che questa mattina ha partecipato a Vasto (Palazzo D’Avalos), insieme al governatore dell’Abruzzo, Luciano D’Alfonso, al convegno “Diga di Chiauci: riparte il territorio, l’agricoltura e l’occupazione”, organizzato dal Consorzio di bonifica Sud-Vasto.

    «Ci sono tre comuni del Molise che giustamente hanno chiesto misure compensative perché una parte del loro territorio è stata utilizzata per la realizzazione dell’opera: sono centri che hanno perso importanti opportunità. – ha continuato Frattura – Consapevoli di questo, Abruzzo e Molise hanno rivisto con determinazione un accordo del 2012, coinvolgendo nel protocollo direttamente i comuni di Chiauci, Pescolanciano e Civitanova. Tutto ciò ci mette nelle condizioni di ragionare e costruire con una logica diversa. Faremo diversamente da quanto è accaduto con l’invaso di Occhito, ai confini della Puglia: in quel caso la Regione Molise partecipa con circa il 90 percento del territorio e l’anello dei fini di utilizzazione è totalmente delegato alla Capitanata. Non possiamo replicare un percorso simile. È vero che l’acqua è un bene comune e che deve esserci solidarietà reciproca, però è anche vero che la solidarietà ha sempre un doppio senso: andata e ritorno. Quindi, se questo accade con una spontanea collaborazione istituzionale tra noi e l’Abruzzo, non capisco perché non debba accadere la stessa cosa tra noi e la Puglia, o tra noi e la Campania. Con il paradosso che, addirittura, il Molise in questo ragionamento partecipa con una naturale ricchezza che è l’acqua».

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