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  • Efficientamento energetico, il Comune si sveglia: ecco i progetti esecutivi per cinema e piscina

    Sarà stata la sospensione delle attività o l’insurrezione di molti cittadini alle notizie piovute come un macigno dal cielo, sta di fatto che il Comune di Agnone approva due progetti esecutivi per l’efficientamento energetico del teatro Italo Argentino e della piscina in località Tiro a Segno. In tutto si tratta di 712.000 euro, circa 422.000 euro per la piscina comunale, la restante parte per il teatro Italo Argentino (290.000). Nel primo caso il finanziamento arriva dal Por Molise Fesr Pse 2014–2020, Strategia nazionale delle Aree interne e prevede tra l’altro la demolizione e ricostruzione dello spogliatoio; l’installazione di un impianto solare termico; il montaggio di una pompa di calore nonché un nuovo sistema di climatizzazione. Il progetto, redatto dall’ingegnere Luca Di Domenico, andrà a gara con le opere che non partiranno prima del 2023.

    Per quanto concerne il teatro i fondi sono stati ottenuti dal Pnrr –  Missione 1 (Digitalizzazione, innovazione, competitività, cultura e turismo). In questa circostanza il Comune di Agnone è co-finanziatore delle opere con una partecipazione di 50.000 euro. Nella delibera di giunta pubblicata sull’albo pretorio non vengono specificate le nuove opere se non un generico “interventi per l’ecoefficientamento energetico e riduzione dei consumi”. Ad aver eseguito la progettazione l’ingegnere Rosita Levrieri. In entrambi i casi, naturalmente, l’obiettivo da raggiungere è abbassare i costi di gestione in merito a riscaldamento ed elettricità, tra le cause principali della sospensione delle attività optate dall’Associazione Amici del Teatro e dalla Hidro Sport. Decisioni che hanno sollevato numerose reazioni tra la cittadinanza. Oggi da Palazzo Verdi la notizia dell’approvazione dei due progetti esecutivi. Ma non si poteva agire prima affinché da venire incontro alle richieste dei gestori? Una domanda più che legittima ma dalla risposta scontata conoscendo le lungaggini burocratiche della “cosa pubblica”.

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