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  • Emergenza cinghiali, il Molise verso la proroga

    Continua il giro di consultazione avviato dal consigliere regionale delegato alla caccia Cristiano Di Pietro in merito all’emergenza cinghiali. Dopo il confronto con il Prefetto di Campobasso con il Prefetto di Isernia e con le due Province, e a seguire l’incontro del 20 ottobre con i  sindaci dei Comuni molisani tenutosi  presso l’ex Gil di Campobasso , nel pomeriggio di ieri il Consigliere Di Pietro ha incontrato i componenti della Consulta Regionale della Caccia.

    Il confronto ha portato all’elaborazione di un documento ufficiale che segnala ai Prefetti di Campobasso ed Isernia, ai presidenti delle due Province e al governatore della Regione Molise Paolo Di Laura Frattura,  lo stato di emergenza per i danni causati all’agricoltura, alla sicurezza stradale e all’igiene pubblica per l’alta presenza di cinghiali (“sus scrofa”) nella regione Molise. in particolare, essendo nella fase di approvazione dei PIANI FAUNISTICI VENATORI PROVINCIALI e REGIONALE e non avendo possibilità di fare ricorso agli strumenti previsti dalla legislazione vigente, in via del tutto eccezionale e solo per la presente stagione venatoria 2014/2015, è stato segnalata ai signori Prefetti la necessità di convocare un incontro congiunto tra le due Prefetture di Campobasso e Isernia, le due Province e la Regione Molise al fine di adottare a breve termine un piano per ridurre la presenza massiccia di cinghiali sul territorio.
    Alla Regione Molise, è stata invece sottoposta , di comune accordo, l’ipotesi di ingresso dei cacciatori extraregionali e di prolungamento della caccia al cinghiale al 31 gennaio 2015.

    “Il problema dell’aumento dei danni provocati dall’elevato numero di cinghiali non riguarda solo il settore primario – ha dichiarato Cristiano Di Pietro  –  ma è causa anche di numerosi incidenti stradali con conseguenti riflessi sull’incolumità fisica dei cittadini. Occorre ricordare  inoltre,  che i suidi in questione, non sono più  di specie autoctona e le mutate caratteristiche biologiche, hanno determinato un aumento del numero di gravidanze (due l’anno anziché una) e di prole (circa 8-10 cuccioli rispetto ai 3-4), causando negli ultimi anni un aumento esponenziale della loro presenza sul territorio. Insieme alla consulta della caccia, abbiamo elaborato un documento ufficiale contenente alcune linee guida. Per ora affrontiamo l’emergenza – ha sottolineato il consigliere Di Pietro – soltanto dopo potremo pensare alla prospettiva.  Immaginiamo, per il futuro, strumenti più efficaci- ha concluso Di Pietro – quali ad esempio l’osservatorio faunistico regionale,utili per andare ad intervenire in maniera mirata nei punti più delicati ma anche lo studio di una legge regionale per la commercializzazione della carne di cinghiale”.

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