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  • Emergenza Covid19: cinquemila euro dalla Caritas diocesana per l’ospedale “Caracciolo”

    AGNONE – «Stanno arrivando donazioni importanti, in strumentazione e in denaro, all’ospedale “Caracciolo” di Agnone, da parte della curia vescovile di Trivento e della Caritas diocesana. Sappiamo che la Caritas, in accordo con il vescovo monsignor Claudio Palumbo, ha fatto una donazione di cinquemila euro, già versati sul conto della Asrem, con indicata la causale “per l’ospedale di Agnone”. Voglio ringraziare la diocesi di Trivento, il vescovo e chiaramente il direttore della Caritas diocesana, don Alberto Conti. Con questa donazione hanno dimostrato, ancora volta, quali persone siano, sempre attente al territorio dell’entroterra montano e all’ospedale “Caracciolo”. Le attrezzature che verranno acquistate con quella somma resa disponibile non verranno utilizzate soltanto in questa fase emergenziale, ma saranno impiegate anche in futuro per le normali e canoniche attività di un ospedale come quello di Agnone. Speriamo sia un segnale di ripartenza per un ospedale che è stato importante, negli anni, per un intero territorio».

    Benedetto Potena, medico e responsabile del Pronto soccorso di Agnone, ringrazia pubblicamente la Curia di Trivento, nella persona di monsignor Palumbo e la Caritas diocesana, nella persona del direttore don Alberto Conti, che hanno donato all’Asrem una somma in denaro da utilizzare per il sostegno e il potenziamento dell’ospedale altomolisano in questa fase emergenziale. La preoccupazione che si percepisce dalle parole del dottor Potena, il famoso detto non detto, è che magari questi aiuti saranno stornati e dirottati dall’Asrem verso altre strutture sanitarie molisane, maggiormente impegnate nella battaglia contro il Covid19. «Non vorrei che il nostro “obolo della vedova” sia utilizzato per le realtà sanitarie più ricche e fortunate della Regione» ha commentato a caldo don Francesco Martino, ex cappellano ospedaliero. Lo stesso direttore dell’Asrem, Oreste Florenzano, nei giorni scorsi, ha ribadito che al momento il “Caracciolo” di Agnone resterà in una fase di stallo, di attesa, in “panchina” sostanzialmente, a diposizione se e quando dovesse servire. La speranza, ovviamente, è che non si verifichi la condizione per la quale un piccolo ospedale di montagna possa diventare necessario e indispensabile a contenere l’epidemia. Vorrebbe dire che le altre strutture sanitarie ospedaliere regionali avrebbero già raggiunto il collasso gestionale. Tornando al “Caracciolo”, il direttore Potena ha anche fatto il punto della situazione dopo il caso, nei giorni scorsi, del personale del Pronto soccorso venuto in contatto con un collega medico di Riccia risultato positivo al Covid19. «Il personale che ha avuto contatti a rischio, otto persone in totale, è stato messo in quarantena presso il domicilio. Terminato il periodo di quarantena, – ha spiegato il responsabile medico – tutto il personale è stato sottoposto, nei giorni scorsi, a tampone per la ricerca del Covid19 presso la tenda pre triage installata all’esterno dell’ospedale. Appena avremo i risultati queste perosne torneranno a lavoro. Nel frattempo il Pronto soccorso di Agnone è stato sanificato per ben due volte, quindi posso dire con tranquillità che in questo momento il Pronto soccorso è assolutamente sicuro e funzionante. Oltre alla tenda pre triage abbiamo individuato anche una stanza, allocata sempre all’esterno dell’ospedale, dove ricevere eventuali pazienti in emergenza, proprio al fine di evitare il più possibile eventuali contagi». Tamponi al personale del Pronto soccorso, dunque, anche se asintomatico. Quasi una rarità rispetto a ciò che accade nel resto d’Italia. E proprio da questo episodio prende spunto Potena, che è anche un sindacalista Anaoo-Assomed, per lanciare una richiesta ai vertici dell’Asrem: «Stiamo chiedendo di aumentare i tamponi al personale sanitario. Serve più attenzione e maggiore sicurezza per il personale sanitario in servizio. C’è una norma, in realtà, che prevede che il personale continui a lavorare anche in presenza di un contatto a rischio, dovuto sempre alla carenza di organico, ma occorre maggiore sicurezza per chi lavora salvando vite umane».

    Francesco Bottone

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