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  • Emergenza rifiuti, don Patriciello: «Il problema non è la camorra, ma la politica»

    TORREBRUNA – Emergenza rifiuti, don Patriciello: «Il problema non è la camorra, ma la politica che non fa quello che deve fare».

    Chiaro e deciso, don Maurizio Patriciello, parroco di Caivano (Na), che è stato ospite oggi pomeriggio a Torrebruna alla Festa della montagna organizzata dal Cat.

    Un sacerdote in prima linea nella “Terra dei fuochi”, un prete in trincea che si sta battendo in tutte le sedi, dall’altare della sua parrocchia ai palazzi dei Ministeri a Roma, per non far calare l’attenzione sul “genocidio” che si sta consumando in Campania a causa dei veleni sversati nel sottosuolo dagli «imprenditori in giacca e cravatta».

    Un’emergenza ambientale che in previsione può allargarsi a macchia d’olio ad altre regioni d’Italia, anche all’Abruzzo e al vicino Molise.

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    E nel mirino del sacerdote sono finiti i veri responsabili dell’emergenza ambientale e sanitaria: i politici, gli amministratori, il governo centrale. 

    Una terra martoriata, avvelenata dai fanghi, dalle scorie, da tonnellate di rifiuti speciali, scarti della grande industria, dai roghi tossici che stanno causando una crescita esponenziale di tumori e di decessi. «La mia gente ha paura, – ha detto don Maurizio Patriciello – è arrabbiata, vuole chiarezza, pretende salute».

    «Io sono solo un sacerdote, – ha ricordato ai numerosi presenti il parroco della Terra dei fuochi, che è anche editorialista del quotidiano Avvenire – non penso di dovermi impegnare nella politica. Faccio solo il mio mestiere di sacerdote che sta accanto alla propria gente, quella gente che sta morendo avvelenata. Nel 2012 sette vescovi campani hanno sottoscritto un documento per chiedere al Governo di Roma di intervenire rispetto all’emergenza rifiuti. Da allora è arrivato solo il famoso decreto che ha reso reato l’atto di bruciare i rifiuti. Una presa in giro, perché il rom, o il poveraccio che per pochi spiccioli incendia i rifiuti, è solo l’ultimo ingranaggio di un sistema criminale. Non si risolve certo il problema arrestando quel rom se non si parte dalla fonte, cioè dalle industrie che producono rifiuti di ogni tipo e non li smaltiscono, ma li abbandonano nell’ambiente avvelenandolo. Il vero problema non sono i camorristi, ma proprio gli industriali senza scrupoli, intoccabili. Sono quelli i veri mandanti dell’emergenza ambientale e sanitaria in atto adesso in Campania, ma che presto potrebbe estendersi anche al altre regioni, Abruzzo compreso. Perché se i politici, il governo e i ministri, non si decidono a risolvere il problema alla radice, quei rifiuti magari non arriveranno più in Campania, nella terra dei fuochi, ma andranno altrove, avvelenando altre zone ed altri territori».

    E in chiusura il sacerdote ha invitato i presenti a «difendere con le unghie il vostro territorio, e quindi la vostra salute e quella dei vostri figli, dai mille assassini che cercano o cercheranno di portarvelo via come è accaduto per noi in Campania».

    Presente all’appuntamento culturale anche l’assessore regionale all’Ambiente, Mario Mazzocca (a destra nella foto in alto, ndr). Su esplicita richiesta della moderatrice e componente del Cat di Torrebruna, Denise Marianacci, l’assessore si è impegnato a fare in modo di dotare finalmente la regione Abruzzo di un registro dei tumori e di un osservatorio permanente sull’ambiente e il territorio.

    Francesco Bottone

    effebottone@gmail.com

     

     

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