• In evidenza
  • Esplosione di cinghiali, Serrani: «Non è colpa della braccata, ma delle troppe aree “serbatoio” come i parchi»

    Esplosione di cinghiali, Serrani: «Non è colpa della braccata, ma della presenza di aeree “serbatoio” come i parchi».

    In esclusiva per l’Eco l’intervista all’agronomo faunista, ricercatore all’Università degli Studi della Tuscia e tecnico faunistico dell’Atc Vastese che replica al funzionario della Regione Abruzzo, Franco Recchia, e respinge la tesi secondo la quale l’aumento esponenziale dei cinghiali sul territorio è causato dalla braccata.

    Braccata sì, braccata no. Selecontrollo e caccia di selezione. Il dibattito impazza sul web alimentato dagli articoli dell’Eco. Fioravante Serrani, agronomo faunista, ricercatore all’Università degli Studi della Tuscia, tecnico faunistico dell’Atc Vastese e componente del tavolo tecnico regionale che sta elaborando in Abruzzo il Piano faunistico venatorio ha accettato di rispondere alle domande dell’Eco.

    Braccata sul banco degli imputati perché destruttura le popolazioni di cinghiale. È d’accordo con questa tesi?

    «Non è la braccata che destruttura la popolazione ringiovanendola, ma gli abbattimenti sbagliati effettuati con una pianificazione senza criteri scientifici. Abbattere matriarche in selezione è anche più rischioso in quanto, essendo generalmente nel periodo di maggior incidenza di eventi dannosi, si lasciano i giovani senza guida sulle coltivazioni».

    Altro danno imputato alla braccata è che nel lungo periodo faccia addirittura aumentare la popolazione di cinghiali. Quindi anziché risolverlo, il problema lo acuisce. Cosa ne pensa?

    «La vera ragione dell’aumento esponenziale delle popolazioni di cinghiali è la presenza diffusa e estesa di aeree “serbatoio”, come parchi, zone di rispetto, zone cinofile dove l’assenza di una gestione attenta delle popolazioni di cinghiale fa sì che esse diventino aree sorgente – rifugio della specie».

    Quindi non è tutta colpa della braccata. Questa forma di caccia che tanto piace ai cacciatori può essere riabilitata?

    «La braccata è sicuramente la tecnica più efficace per la riduzione della popolazione. La selezione dovrebbe essere usata per riequilibrare la struttura dei cinghiali con un prelievo mirato delle classi giovanili».

    La braccata implica l’assegnazione di zone in via esclusiva ad una singola squadra. Crede che questo sia un bene o un male?

    «L’assegnazione delle zone di caccia alle squadre rappresenta un fattore di rischio in quanto è umano cercare di tutelare la popolazione residente nell’area assegnata, anche con tecniche di pasturazione seppur vietate».

    Però trenta o più anni di braccata e la situazione è quella che vediamo, praticamente emergenza cinghiali i tutta Italia, come lo spiega? Evidentemente tanto efficace in termini di contenimento della specie non è questa braccata…

    «Riabilitiamo la braccata, ma da sola non basta. Dobbiamo intervenire su tutto il territorio, Atc, Parchi, oasi, Afv, e con tutte le tecniche di caccia consentite, cioè braccata, girata e selezione, e di controllo cioè catture, girata, selezione. Solo un intervento continuativo e diffuso può realmente risolvere le criticità attuali».

    Francesco Bottone

    effebottone@gmail.com

    tel: 3282757011

    Sostieni la stampa libera, anche con 1 euro.