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  • Giorno della Memoria, le lezioni della maestra Bonanni ai bambini Rom di San Bernardino

    AGNONE. Nel giorno della memoria, l’Eco pubblica i documenti inediti della storia che dal 1940 al 1943 vide il convento di San Bernardino struttura di internamento per Rom e Sinti sotto il regime fascista. A fornirli è il professor Francesco Paolo Tanzj, docente in pensione del Liceo Scientifico “Giovanni Paolo I” che, agli inizi del 2000, con i suoi ragazzi riportò alla luce l’intera vicenda scritta nel libro “Una storia mai finita” e frutto di una accurata ricerca documentaria la quale attesta fatti realmente accaduti.  “A leggere bene tra le righe, appare chiaro che non si trattò certo di un campo di sterminio – dice Tanzj riferendosi a San Bernardino – ma che comunque lì vennero internati ebrei, oppositori politici, Sinti e Rom privati della libertà per il solo fatto di non essere graditi al regime.

    Tra le interviste ai testimoni dell’epoca ve n’è pure una alla moglie del maresciallo Gaetano Siconolfi, mentre, a manifestare il buon comportamento degli agnonesi nei confronti dei prigionieri, viene citata la benemerita azione della maestra Carola Bonanni che portò avanti gratuitamente una scuola per bambini Rom,  così come la vicenda dell’internato libero Don Raimondo Viale, raccontata da Nuto Revelli nel romanzo “Un prete giusto”, che affermò letteralmente che ad Agnone  “la gente era buona e laboriosa e anche coloro che aderivano al regime, lo facevano più per comodità che per convinzione”. Notizie vere, raccolte meritoriamente dagli studenti che hanno svolto, senza alcun pregiudizio, un semplice ma meritorio laboratorio storico.

    Negli anni la vicenda di San Bernardino – prosegue Tanzj – ha interessato numerosi studiosi della Shoà e svariate associazioni di Rom e Sinti, fino al convegno del 16 maggio scorso organizzato dall’U.N.A.R. e dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri, è perché Agnone, in un modo o nell’altro, è divenuta un simbolo della lotta, oggi sempre più necessaria, contro ogni forma di intolleranza ideologica e razziale di qualunque tipo e da qualunque parte venisse. Per chi quel giorno c’era, è stato bello comunque vedere tanta gente, unita dagli stessi obiettivi, manifestare pacificamente per le strade e i palazzi della città. Il messaggio dunque è quello di tendere finalmente verso la pace, l’integrazione dei popoli e l’amore per il prossimo. Tutto il resto, come disse Einstein – conclude il docente  –  anch’egli fuggito dalle persecuzioni antisemite,  “non è altro che un dettaglio”. Perché, come già detto nel finale del libro, “Siamo tutti della stessa razza, quella umana”. Et … de hoc satis”.

    La storia di San Bernardino, martedì 29 gennaio, sarà il principale tema di discussione al liceo ‘Leonardo da Vinci’ di Fiumicino (Roma) dove per l’occasione sarà presente il professor Tanzj e Vania Mancini che racconteranno le vicende del Porrajmos di Rom e Sinti vissuti ad Agnone tra il ’40 e il ’43.

     

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