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  • Gli ambientalisti: stop alle rinnovabili in Molise

    Il Molise “ha già raggiunto e superato la quota del 35% di produzione di energia da fonti rinnovabili fissata dall’Unione Europea al 2020 e assegnata alla Regione con il Decreto Ministeriale (Mise) sul Burden Sharing del 2012, non ha necessità e non può unilateralmente autoattribuirsi quote superiori senza nuove Direttive Europee recepite con atti formali del Governo Italiano”. Innalzare la quota al 45 o al 50 per cento “è un errore di programmazione molto grave che rischia di compromettere l’ecosistema locale e l’equilibrio tra ambiente e territorio”.

    L’allarme è della Rete delle Associazioni Nazionali dei Comitati Regionali e Locali di tutela ambientale, che annuncia una conferenza stampa lunedì 19 giugno alle 16,15 in sala ‘S. Giovanni Paolo II’ della chiesa di San Pietro a Campobasso, per invitare il governo regionale a riflettere sulle osservazioni del ministero dei Beni Culturali al Piano Energetico Ambientale Regionale “che rischia di essere approvato al Consiglio Regionale del 20 giugno”.”Prima di approvare il Pear – dice la rete delle associazioni – si rifletta sulle giuste osservazioni del Ministero dei Beni Culturali. Il Pear – spiegano – non investe adeguatamente sull’ efficientamento energetico, sul risparmio dei consumi, sui pannelli solari sui tetti, sulle pompe di calore e su nuovi materiali da utilizzare per le costruzioni e per contenere la dispersione termica”. “Sull’eolico – sottolineano gli ambientalisti – non si interviene sulle istanze autorizzate o in itinere per complessivi 2500 impianti che andrebbero ad aggiungersi alle 308 pale eoliche già in funzione, e si prefigura di raddoppiare la produzione da fonte eolica da 369,5 Mw a 700 Mw con una saturazione territoriale devastante”. “Il Molise – tengono a precisare le associazioni – ha una vocazione agricola, turistica, ambientale e culturale che rischia di venire sacrificata a vantaggio delle imprese che producono energia da fonti rinnovabili e in particolare dall’ eolico conseguendo lauti profitti a danno delle comunità locali. Prima di autorizzare ulteriori scempi del paesaggio è indispensabile riflettere con attenzione”

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