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  • I dimissionari di Celenza: «Venosini ha voluto un braccio di ferro autodistruttivo»

    CELENZA SUL TRIGNO – I dimissionari di Celenza: «Venosini ha voluto un braccio di ferro autodistruttivo».

    I quattro consiglieri che hanno mandato a casa l’amministrazione di Celenza rigettano le accuse di tradimento mosse da alcuni del movimento “Insieme per Celenza”.

    Pubblichiamo, di seguito, il comunicato dei consiglieri dimissionari di Celenza sul Trigno, Antonio Antenucci, Aurora Felice, Alessandra Di Iorio, Luigi Valentini.

    «Si dimettono 4 consiglieri di maggioranza e ci si ritrova in sede con un manipolo di persone.
    E’ inopinabile che l’affluenza, per l’importanza dell’evento, sia stata molto… molto risicata. venosini e antenucciChe ci siano, quindi, posizioni divergenti all’interno del movimento “Insieme per Celenza” lo dimostrano le numerose assenze. Rispettiamo la posizione e il pensiero di tutti ma non è che 15 persone (peraltro a maggioranza) possono arrogarsi il diritto di sintetizzare il pensiero di un intero movimento.
    Con questo comunicato cogliamo l’occasione per dar voce e ringraziare le decine e decine di persone che per lunghi mesi e ancor più nelle ultime settimane non hanno fatto finta di non vedere e hanno compreso il forte senso di responsabilità che doveva prevalere per il bene della comunità.
    Né può passare il concetto che il Movimento non sia stato messo al corrente di una situazione che diventava sempre più difficile mandare avanti. Siamo stati proprio noi, e solo noi, a rappresentare allo stesso la decisione del sindaco Andrea Venosini (nella foto accanto, di repertorio, insieme all’ex assessore Anetnucci, ndr) di rassegnare le dimissioni a fine agosto 2015, decisione da quest’ultimo riaffermata proprio in occasione dell’incontro da noi voluto. Le riunioni che sono seguite hanno confermato una crisi che qualcuno ha opportunisticamente preferito non analizzare.
    Non riteniamo di essere degli irresponsabili, al contrario abbiamo meditato e abbiamo cercato in ogni modo di ragionare e far ragionare tutti nel corso delle tante riunioni che si sono susseguite negli ultimi mesi. Una seconda possibilità non si nega a nessuno, ma si è preferito condurre “un braccio di ferro” autodistruttivo che ha avuto come unica logica conseguenza le rassegnate dimissioni. celenza
    Quando non si ha più l’umiltà di comprendere i propri errori, quando non si ha più la capacità di mediare, quando il dialogo è aspro e prevalgono prepotenza e arroganza politiche vuol dire che sono venute meno le basi per una collaborazione proficua per il bene della comunità.
    Nella nostra scelta è prevalso il forte senso di responsabilità nei confronti di tutti e dell’amministrazione, specie i rapporti all’interno di quest’ultima negli ultimi sei mesi si erano talmente deteriorati che non sarebbe stato possibile in alcun modo portare avanti nessuna attività nell’interesse della comunità.
    Pensavamo che un rimpasto in giunta potesse essere la soluzione da un punto di vista amministrativo, ma ci si è resi subito conto che così non era. venosini fascia
    Come si fa ad amministrare una comunità quando il sindaco non ha un briciolo di rapporto con la giunta e i consiglieri? Come si fa ad andare avanti? In questa situazione non si è in grado nemmeno di affrontare le attività più elementari, quando il 100% dei consiglieri matura l’idea della sfiducia all’unanimità non vi è spazio per dubbi, vuol dire che il problema è da ricercare altrove.
    Ci auguriamo che il Movimento Insieme per Celenza rimanga coeso, che non butti all’aria otto anni di duro lavoro e sacrifici e che talune persone abbiano a riflettere dei rischi del volo pindarico che hanno intrapreso, soprattutto per il rispetto dei sostenitori e della cittadinanza intera.
    Il necessario e indifferibile gesto dimissionario va solo in tale direzione e non altra».

    eco

     

     

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