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  • I migranti svolgano attività di pubblica utilità, la proposta dei sindaci

    Impiegare in attività di pubblica utilità i migranti ospiti nelle strutture di accoglienza del Molise. Il Prefetto di Campobasso chiede lumi al Ministero dell’Interno per avviare la procedura di impiego.

    E l’assessore regionale Michele Petraroia plaude all’iniziativa, condividendo la posizione espressa da alcuni sindaci dei vari paesi che ospitano i migranti e cioè quella di impiegarli in attività di pubblica utilità o socialmente utili.

    Scrive Petraroia in una missiva indirizzata al Ministro dell’Interno: «Nel condividere l’allegata istanza del Prefetto di Campobasso si resta in attesa di un positivo riscontro che agevoli la permanenza dei cittadini stranieri all’interno delle strutture di accoglienza territoriali individuate per fronteggiare l’emergenza del flusso dei migranti spinti a scappare dalle aree del Medio Oriente e dell’Africa in cui imperversano e si accentuano conflitti con esodi di massa delle popolazioni locali.
    In attesa di strutturare il sistema di prima accoglienza, ospitalità, inclusione e integrazione sociale secondo le regole definite per gli SPRAR sui richiedenti asilo e rifugiati, è opportuno individuare soluzioni transitorie che permettano ai migranti di inserirsi in percorsi di apprendimento e di attività di pubblica utilità che ne valorizzino le competenze determinando una più celere ed efficace azione di inclusione positiva nelle comunità locali.
    Si rappresenta il disagio e il malessere dei cittadini stranieri costretti a rimanere fermi per periodi estremamente lunghi in una condizione passiva che li penalizza sia sul piano della dignità personale che nel rapporto con i territori di accoglienza nei quali si alimenta ad arte un clima di contrapposizione nei loro confronti. Anche in Molise, regione emblema dell’emigrazione italiana che conta tre cittadini all’estero per ogni proprio residente, vanno accentuandosi prese di posizione preoccupanti e campagne denigratorie contro le politiche di aiuto umanitarie e di accoglienza, mettendo a rischio il clima sociale già provato da una crisi economica ed occupazionale senza precedenti. Distribuire i migranti per piccoli nuclei in un ampio numero di comuni e permettere loro di svolgere delle attività di pubblica utilità, consentirebbe di gestire la problematica con minori difficoltà e maggiori vantaggi anche per le strutture territoriali del Ministero dell’Interno e per le autonomie locali e regionali».

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