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  • Il sindaco Sacco rinuncia a 10mila euro di indennità

    Non sono solo i consiglieri regionali pentastellati a restituire parte delle copiosa indennità, lo fa anche qualche sindaco di qualche piccolo centro montano. E’ quello che si apprende leggendo la delibera di giunta n. 33 del primo giugno scorso, con la quale l’organo esecutivo del Comune di Pescolanciano prende atto della rinuncia da parte del sindaco Manolo Sacco dell’indennità di funzione. Una cifra che supera i diecimila euro, precisamente 10.459 euro, che sarà destinata a finanziare «politiche di sviluppo e di crescita per l’intero territorio di Pescolanciano» .

    Nel 2019 l’indennità di sindaco ha subito un aumento, arrivando, nel caso del piccolo Comune porta dell’Alto Molise, alla somma di 1162 euro. Uno stipendio, in tempi di crisi, che pochi fortunati hanno. Tuttavia il sindaco Sacco ha continuato a percepire la somma base precedente, cioè 871 euro per la sua indennità di carica. Lo stesso sindaco ha poi chiesto alla Corte dei Conti Molise «se sussista il diritto del Sindaco ad ottenere la differenza tra l’importo di euro 1.162,03 (importo dell’indennità derivante dalla applicazione dei principi di cui alla pronuncia n. 35 del 2016 la Sezione delle Autonomie della Corte dei Conti) e l’importo di euro 871,50 effettivamente percepito dal Sindaco del Comune di Pescolanciano dal 2016 fino alla data di adozione della delibera di adeguamento delle indennità. Nel caso in cui si ritenga sussistente tale diritto, si chiede di conoscere se l’eventuale erogazione degli importi “arretrati” al Sindaco da parte dell’ente configuri un debito fuori bilancio o se possa ritenersi ricorrente, nel caso di specie, di una semplice passività pregressa dovuta alla “interpretazione autentica” della normativa resa oggi possibile dal contenuto della deliberazione n. 35 del 28/11/2016 della Sezione delle Autonomie della Corte dei Conti».

    Una richiesta di parere che la stessa Corte dei Conti ha giudicato inammissibile. Di contro il sindaco, valutata la situazione, probabilmente anche in autotutela, ha dichiarato di voler rinunziare alla propria richiesta con riferimento all’erogazione della differenza tra l’importo aumentato e quello percepito. La decisione di rinunciare alla richiesta di erogazione di tali somme, complessivamente ammontanti ad euro 10.459,08 «si coniuga – si legge nel documento di Giunta – con le cautele che il principio di sana gestione finanziaria pretende per ogni decisione comportante spesa e tiene conto di tante circostanze, tra le quali, in primis, la difficile situazione socio economica che il Paese sta vivendo in ragione dell’emergenza Covid 19 ed, in secondo luogo, del fatto che tra le attività primarie del Comune vi è la promozione di politiche di sviluppo e di crescita per l’intero territorio». «Tra le attività primarie della nostra azione politica-amministrativa vi è la promozione di una cultura di solidarietà ed aiuto. – commenta Manolo Sacco – In una fase di crisi e di difficili situazioni socio-economiche la scelta di rinunciare alla indennità pregressa, rappresenta una scelta di coraggio e maturità amministrativa. La volontà di rinunciare all’indennità viene confermata anche al fine di concorrere con i risparmi che ne derivano nella stesura del bilancio. Questa scelta di rinuncia ben si sposa con l’azione politica messa in campo durante questa consiliatura per il bene esclusivo di Pescolanciano e dei pescolancianesi».

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