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  • «La Sevel non produce beni di prima necessità. Fermiamoci per fermare il virus»

    ATESSA – Riceviamo da RSU FIM FIOM UILM ISRINGHAUSEN e pubblichiamo la seguente nota con la quale viene proclamato uno sciopero contro l’idea di riaprire la produzione dal primo turno di domani. Tra l’altro proprio mentre le autorità sanitarie comunicano il primo caso di positività al Covd19 di un residente di Paglieta (CH).

    «Riteniamo inaccettabile la decisione dell’azienda di ripartire con la produzione. Così come riportato nel comunicato unitario di FIM FIOM UILM del 12 marzo 2020 chiediamo con forza il blocco delle attività produttive e l’attivazione dei sostegni al reddito previsti dai decreti sull’emergenza COVID-19. Le nostre attività non producono beni di prima necessità. Siamo al paradosso: produrre auto che noi o altri non possono comprare perché, giustamente, per contenere il virus non è possibile uscire; tralasciamo il fatto che le concessionarie sono ovviamente chiuse e che anche a livello europeo si sta andando verso il blocco delle merci in uscita. Se ci chiedessero di contribuire a produrre ambulanze faremo sicuramente la nostra parte.
    Né noi né le aziende, crediamo, siamo in condizioni di sapere quali misure si debbano prendere per evitare il contagio, questa è una situazione inedita, è necessario che siano le autorità competenti ad assumersi la piena responsabilità di decidere se le aziende possono o non possono lavorare e devono tenere in considerazione anche la promiscuità dei mezzi di trasporto per raggiungere il posto di lavoro e per tornare a casa. Non possiamo accettare che esistano regole quando sei cittadino e altre regole quando sei lavoratore. Siamo la stessa persona e purtroppo ci ammaliamo e contagiamo allo stesso modo, indipendentemente dalla maglia che indossiamo (i contagi nelle aziende in Italia sono in aumento). Non abbiamo nessuna voglia di contagiarci ed esporre al contagio i nostri cari e altri cittadini. Rischiamo di essere il maggior veicolo di diffusione del virus per produrre beni che non sono di prima necessità. Non vogliamo diventare ordigni batteriologici umani! FERMARCI PER FERMARE IL VIRUS! Quando le aziende chiudono ad agosto non succede nulla. Fermarsi adesso vuol dire aiutare la nazione a fermare il virus. Prevedere una fermata oggi ci metterà in condizione di ripartire in sicurezza e meglio una volta passato il contagio e se ci sarà la necessità siamo pronti a concordare i recuperi produttivi. Ribadiamo la necessità di concordare l’utilizzo degli ammortizzatori sociali in attesa della visita degli enti competenti. Non potendo accettare la decisione dell’azienda di ripartire a produrre proclamiamo lo sciopero di 8 ore per ciascun turno di appartenenza dal 17 marzo 2020 al 21 marzo 2020 di tutte le Lavoratrici e di tutti i Lavoratori. Un eventuale accordo sulla cassa integrazione farà venire meno lo sciopero».

    Atessa, 16 marzo 2020
    RSU FIM FIOM UILM ISRINGHAUSEN

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