• Editoriale
  • La trasparenza non è un orpello della democrazia se si agisce da buoni padri di famiglia

    Rivendico con forza la costante opera di trasparenza che sto portando avanti insieme ai miei colleghi del MoVimento 5 Stelle. E le dichiarazioni a seguito del video che ho postato ieri, col solo fine di fare luce sull’utilizzo del denaro pubblico da parte della vecchia politica, non fanno che confermare la mia idea di casta: quella che, messa davanti all’evidenza, non ha neanche il buon gusto di scusarsi con i cittadini in difficoltà. Ma voglio entrare nel merito di quanto dichiarato alla stampa da Micone, Di Lucente e Toma. ‘A Bruxelles – dichiara Salvatore Micone, ad una testata online – era in programma la Settimana europea delle Regioni, era piena di ospiti. Abbiamo prenotato due giorni prima di partire ed evidentemente le cifre alte erano dovute a questo’. La risposta che mi sento di dare al Presidente del Consiglio regionale sta tutta in quel ‘era in programma’: è evidente che si sapesse da tempo dell’evento nella capitale belga, tant’è che non era stato messa in programma la consueta seduta del martedì in Consiglio regionale. La settimana delle regioni non è certamente un evento deciso all’ultimo minuto. Quanto alla prenotazione, avvenuta ‘due giorni prima di partire’, non fa che sottolineare la leggerezza con la quale parte dei politici regionali dispongano del denaro pubblico. Il nostro ordinamento, mi piace ricordarlo, chiede agli amministratori della Cosa pubblica un atteggiamento da ‘buon padre di famiglia’. E in una regione in dissesto, su stessa ammissione del Governo di centrodestra, con i conti in rosso su diversi comparti strategici, fa specie che il ‘padre di famiglia’ non sia quantomeno oculato nelle spese. Ieri in diretta ho mostrato come, controllando qualche motore di ricerca, si può tranquillamente risparmiare sui voli, non necessariamente utilizzando compagnie low-cost. Ma la domanda mi sorge spontanea: se avessero viaggiato a spese loro, si sarebbero ridotti a prenotare solo due giorni prima? Sinceramente, non credo. Quanto al pernottamento, poi, era davvero necessario prenotare due stanze doppie ad uso singole nel blasonato Thon hotel, lo stesso dove sono soliti alloggiare i Capi di Stato e di Governo come la Merkel? Non credo fosse anche questa una scelta dettata dai tempi contingentati, quanto un vezzo da vecchia politica, diciamoci la verità. Bruxelles poi vanta un’offerta ricettiva fuori dal comune, essendo di fatto la Capitale dell’Unione Europea. La stessa consigliera Fanelli, a commento delle spese dei colleghi di maggioranza, ha dichiarato di aver speso, in quegli stessi giorni, soli 80 euro alloggiando in un b&b, a sue spese. Ieri ho ricordato come, in una trasferta a Bruxelles, io e il collega Primiani, accompagnati da un nostro addetto stampa, abbiamo speso 900 euro, tutto compreso. Ma eravamo in tre e ci siamo stati tre giorni. Ciononostante, non abbiamo mai chiesto alcun tipo di rimborso. Questo per spiegare cosa intendo per atteggiamento ‘da buon padre di famiglia’. Invece, Di Lucente e Micone, in due soli giorni sono riusciti a spendere 3400 euro: uno schiaffo in faccia ai molisani che tirano la cinghia, soffrono per la carenza di servizi (sanità e trasporti su tutti) e pagano con le loro tasse i conti salati delle missioni. Era proprio necessario usare i soldi dei molisani per ordinare una cascata di pesce crudo in uno dei ristoranti più esclusivi di Bruxelles? A me suona come un affronto ai cittadini che dovrebbero rappresentare e che, di contro, sono con le pezze al culo. O anche la prenotazione al Belga Queen era dettata dai tempi ristretti? Credo piuttosto che sia il contrario: prenotare in un ristorante di lusso non è roba da last minute, di solito. E credo anche che l’esigenza di mangiare pesce crudo non fosse dettata da una prescrizione medica! Venendo al consigliere Di Lucente, mi auguro sinceramente che dia seguito a quanto dichiarato alla stampa, ovvero che mi quereli. Se le aule di tribunale sono l’ultima spiaggia per fare chiarezza sull’utilizzo per lo meno ‘disinvolto’ del denaro dei cittadini, non vedo l’ora che mi ci trascini. Un ultimo pensiero voglio rivolgerlo al Presidente Toma. Se è vero che ieri ho citato solo i dati della trasferta belga di Di Lucente e Micone, è altrettanto vero che almeno quest’ultimo non si è arroccato dietro a scuse assurde per non fornirmi gli atti richiesti. Cosa che invece continua a fare Toma. Il suo rimando alla sentenza del Tar è quantomai strumentale e non ha nulla a che vedere con questa vicenda. Rivendico la nostra richiesta di fare luce sull’utilizzo delle carte di credito da parte del Presidente e delle figure apicali della Regione come dovuta. Non una richiesta ‘generica’, non un’azione per intasare e paralizzare gli uffici regionali. Parliamoci chiaro, per fare un estratto conto delle carte di credito, con gli attuali mezzi telematici, occorrono 5 minuti. La trasparenza non è un orpello della democrazia e non dovrebbe far paura, almeno se si pensa di agire da buoni padri di famiglia.

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