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  • Lavorare in piedi: la redazione dell’Eco sperimenta la prima standing desk

    Lo dicono importanti studi scientifici: stare seduti troppe ore fa male. E i giornalisti stanno seduti per molte ore consecutive. Invece della scrivania tradizionale, dunque, meglio gli standing desk. Un modo per stare attenti alla salute e aumentare, pare, la creatività.

    «E’ sempre così: prima esce qualche articolo sui giornali, che mette la pulce nell’orecchio, poi arrivano i dati scientifici, che, supportando le ipotesi, preoccupano di più. Ormai è ufficiale: lavorare stando seduti fa male alla salute, malissimo. Bisognerebbe lavorare in piedi» scrive, tra gli altri, Vanity Fair.

    La giornalista Valeria Vantaggi spiega: «Già circolano slogan del tipo: «Quella sedia ci ucciderà», «Stare seduti è il nuovo fumo». Negli Stati Uniti sono già molte le aziende che invitano i dipendenti a lavorare in piedi, per almeno quattro ore al giorno e ci si sta attrezzando con strumenti ad hoc, i cosiddetti standing desk, ovvero scrivanie alte, che non prevedono sedie, davanti alle quali bisogna, appunto, stare in piedi. Addirittura c’è chi va oltre e propone i treadmill desk, con tapis roulant davanti al banco di lavoro, o i bike desk, con la cyclette per pedalare». E ancora: «Gli esperti del cosiddetto “Active Working” consigliano, per esempio, di alzarsi quando si riceve una telefonata o quando si parla con i colleghi, o quando si fanno le riunioni. Il metabolismo, dopo 30 minuti da quando ci sediamo, rallenterebbe del 90% e i muscoli della parte inferiore del corpo si disattivano pressoché completamente e dopo due ore il colesterolo buono scenderebbe del 20 per cento».

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    Nonostante l’Eco notoriamente non segua le mode, anzi, abbiamo deciso di testare sulla nostra pelle, per così dire, il lavoro alla standing desk. Abbiamo realizzato la nuova postazione sperimentale utilizzando un vecchio tecnigrafo degli anni ’70, gentilmente concesso dall’ingegner Umberto Bottone. Il test è appena iniziato…

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