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  • L’importanza dei piccoli comuni in Italia, Pompilio Sciulli: “Non abbandonateci”

     

    PESCOPENNATARO. Pompilio Sciulli, presidente di Anci Molise, impugna carta e penna e rimarca l’importanza dei piccoli comuni nel contesto del Paese e al tempo stesso elenca le azioni adottate dal governo centrale per il loro rilancio. Nella sua missiva, l’ex sindaco di Pescopennataro, tuttavia non nasconde i tanti problemi vissuti dai cittadini che abitano le comunità dell’entroterra.

    “Da almeno sette anni Anci Molise lavora su piani diversi, che pongano al centro i Comuni, i territori, servizi e sviluppo, nuovi modi di vivere ed abitare – scrive Sciulli -.- E tanto abbiamo lavorato, stiamo lavorando sui Piccoli Comuni. Non sempre lo abbiamo fatto bene, sicuramente, e abbiamo anche fatto errori, è chiaro. Dopo decenni di ‘confinamento’ di questi temi ritenuti marginali e poco centrali nel dibattito pubblico, oggi assistiamo a un risveglio di (in) tanti settori.  La Strategia nazionale Aree interne che sta investendo 600 milioni di euro su 72 zone pilota italiane, il ritorno del “Fondo nazionale per la Montagna”, Montecitorio che vara quattro articolate mozioni su montagna e Piccoli Comuni, gli Stati generali della Montagna lanciati dal Ministero degli Affari regionali, il Piano banda ultralarga per colmare i divari digitali. E poi i media che accendono i riflettori sui Piccoli Comuni, speciali tv e sui giornali, tanti “Manifesti” che mettono al centro un nuovo “territorialismo” che va oltre i particolarismi e proietta i territori italiani, i mille campanili uniti alle 100 città, in Europa, senza isolarli, senza alcun municipalismo dannoso o esasperato.  Ancora, la legge 158 del 2017 sui piccoli Comuni che guarda a loro come cuore pulsante del Paese. Segnali basi sui quali costruire altri buoni percorsi. Il Patto è provare a costruire insieme allo Stato Centrale ed alle Regioni questi percorsi. Nei Comuni servono in primo luogo modelli e progetti, visione. Ascolto degli Enti locali, dei sindaci, protagonismo delle comunità abitanti. Servono rilancio delle politiche per agricoltura e ripensamento dei modelli turistici. I Comuni non sono luna park e non sono tutti disabitati. Lavoriamo insieme per rafforzare le reti dei servizi. Duecento Comuni in Italia, non hanno più un negozio o un bar. È gravissimo. Altri cinquecento sono a rischio.  Lavoriamo insieme anche per un’azione che porti servizi scolastici, sociali e trasporti di qualità, affinché i territori, i borghi, le zone montane del Paese, non subiscano continui tagli quando i bilanci degli Enti regionali e dello Stato vengono sforbiciati. Lavoriamo insieme sulla fiscalità differenziata e peculiare per queste aree montane, per chi vive oggi e per chi vuole vivere e fare impresa nei Piccoli Comuni. Un modello fiscale univoco, esistente oggi, non è egualitario, bensì sperequativo. Non va incontro a chi nelle aree montane conduce un negozio di prossimità, unico del paese e si trova a dover pagare le stesse imposte del caffè di un bar situato al centro di una città.  L’emergenza sanitaria impone nuovi modelli economici che non chiedono ‘alle città e alle aree montane di adottare un Comune’, bensì di trovare soluzioni sussidiarie che evitino che i paesi siano solo più luogo dove rimane chi non sa dove andare o dove si faccia un po’ di turismo del week end. Negli ultimi vent’anni, questa traiettoria fondata sull’assistenzialismo e sulla lamentazione un po’ si è invertita: tanti Comuni, moltissimi paesi sono luoghi di sperimentazione, benessere, innovazione, non solo artistica, culturale, professionale. Nuovi modi di abitare. Nuovi modi di essere Comunità.  Dunque non un’adozione ma un nuovo legame tra aree urbane e montane.  Anci Molise – conclude – continua a lavorarci, su tutto questo. Ogni istante, con i sindaci molisani e amministratori chiamati a dare risposte alle Comunità. Siamo istituzioni in uno Stato che c’è e che non ha dimenticato come è fatto”.

     

     

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