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  • Lumini al ponte Sente, Pinnella: «Mi preoccupa non aver visto i sindaci a manifestare»

    BELMONTE DEL SANNIO –  «Aver visto quasi nessuna carica politica, anche tra quelle più coinvolte in questa vicenda, mi preoccupa».

    E’ il commento amareggiato del giovane vicesindaco di Schiavi di Abruzzo, Maurizio Pinnella, che questa mattina, insieme ad un altro centinaio di persone ha preso parte al sit-in al capezzale del ponte Sente ad un anno esatto dalla sua chiusura. Pinnella c’era, come c’era la sindaca di Belmonte del Sannio, Anita Di Primio, ma gli altri sindaci e amministratori dell’Alto Molise e Alto Vastese? Nessuno li ha visti. Castiglione Messer Marino non è stato rappresentato né dal sindaco Felice Magnacca, né dal vicesindaco. Agnone? Non pervenuto. Assente il sindaco, Lorenzo Marcovecchio, come la sua vice Linda Marcovecchio che almeno ha avuto la sensibilità di inviare una nota di adesione morale alla manifestazione. Nessun esponente del Consiglio comunale di Agnone, né di maggioranza né di opposizione, ha sentito il dovere morale di prendere parte ad una iniziativa organizzata non da un movimento politico, ma da una testata giornalistica, dunque un evento trasversale e apartitico. C’erano, in compenso, molti cittadini, di Agnone, come Enrica Sciullo a rappresentare il movimento “Il Cittadino c’è“, di Belmonte e di Castiglione Messer Marino. E tanti, tantissimi studenti, che hanno attraversato il ponte a piedi, con degli striscioni pregni di dignità e di rabbia, violando anche un blocco operato, non si capisce bene per quale motivo, dai Carabinieri sul fronte abruzzese. Un manipolo di castiglionesi è stato bloccato dagli uomini in divisa e ha manifestato lì, sull’altro lato del viadotto, deponendo i lumini sul versante abruzzese. E tra i tanti manifestanti, appunto, il giovane vicesindaco di Schiavi, che al termine della manifestazione ha dichiarato: «Innanzitutto sono qui per dimostrare vicinanza alle popolazioni dell’Alto Molise e dell’Alto Vastese che oggi sono qui a protestare. Quella vicinanza territoriale e culturale di due comunità sorelle che oggi, con la chiusura prolungata del ponte Sente, stanno facendo sparire. Capisco perfettamente i disagi che ci sono e che ad un anno dalla chiusura, ogni giorno aumentano, a partire dalle attività commerciali per finire al famoso ospedale di Agnone. Appunto l’ospedale di Agnone; vorrei solo rivolgere una domanda ai vertici politici, più che una domanda una riflessione: con un ospedale che fa da pronto soccorso funzionante e questo ponte aperto i disagi per noi residenti nelle zone montane sarebbero ridotti quasi allo zero».

    Francesco Bottone

     

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