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  • Montazzoli, varata la nuova giunta con le quote rosa obbligatorie: Ferrara vicesindaco, Appezzato assessore

    MONTAZZOLI – «Con il consiglio di insediamento e il giuramento, inizia ufficialmente il mio quarto mandato da Sindaco di Montazzoli».

    Sono le parole di Felice Novello, rieletto appunto sindaco a Montazzoli per la quarta volta. Senza sfidanti, l’altra lista era una “civetta” guidata dal fratello del primo cittadino, Novello è stato rieletto con il 95,94 per cento dei voti, un plebiscito. 

    Nei giorni scorsi il sindaco uscente e rientrante ha giurato sulla Costituzione e ha proceduto alla nomina della Giunta, due assessori che lo affiancheranno nella amministrazione di Montazzoli.

    E per la composizione della giunta comunale il sindaco ha visto in qualche modo limitati i suoi poteri decisionali e di nomina dalle raccomandazioni giunte dalla consigliera per le pari opportunità della Regione Abruzzo, tale Alessandra Genco. Già nel corso della tornata elettorale appena archiviata, per le europee ad esempio, ha trovato applicazione la doppia preferenza di genere volta a favorire il riequilibrio delle rappresentanze di genere. Si potevano esprimere fino a tre preferenze, purché riguardanti candidati di sesso diverso, pena l’annullamento. E pare che anche nelle giunte dei piccoli Comuni debba essere assicurato l’equilibrio di genere. Non importa chi prende più voti (tra l’altro è proprio il caso di Montazzoli, ndr) e dunque viene scelto dal popolo sovrano, un assessore dovrà essere donna e l’altro maschio, perché così dice la legge. E così i sindaci, anche nei piccoli centri, sono obbligati a nominare gli assessori tra persone di sesso opposto. Un maschio e una femmina, come nella Creazione. E’ la finta democrazia della rappresentanza di genere imposta per legge, che alla fine diviene discriminatoria per i maschi perché spalanca alle donne posti e ruoli che magari non si sono meritate sul campo e con il voto o che semplicemente non vogliono. E così la nuova giunta di Montazzoli, quella che rispetta le rappresentanze di genere, è formata da Nino Ferrara, il primo degli eletti, e da Rosalba Appezzato. Le pari opportunità sono assicurate e rispettate, la volontà del popolo un po’ meno, ma nella povera e sgangherata repubblica italiana così funziona la democrazia delle quote rosa. Una sorta di misoginia politica al contrario, contro gli uomini, la misandrìa appunto. Dove non si diventa assessori comunali per “meriti” elettorali o per competenze, ma per sesso.

    Francesco Bottone

    3282757011

     

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