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  • Nazionalizzazione delle autostrade, Vito Gamberale boccia l’idea

    MILANO – Il crollo del ponte Morandi, le eventuali responsabilità del Governo,  la gestione di Autostrade, i Benetton di cui dice: “Loro cosa c’entrano?” Vito Alfonso Gamberale, parla al Corsera. L’ingegnere meccanico di Agnone, ex ad di Autostrade Spa dal 2000 al 2006, una lunghissima esperienza tra pubblico e privato, rilascia una lunga intervista ad Alessandra Puato pubblicata a pagina 12 dell’inserto economico.

    Ricordi di un pubblico privatizzatore” il titolo che il quotidiano di via Solferino ha dato al face to face con il manager d’Italia. “Se non ci fosse stato il grave e terribile episodio di Genova, Autostrade sarebbe ricordata come una delle migliori società a gestire la rete viaria del Paese” l’esordio di Gamberale che in seguito ammette: “Il concedente (pubblico) ha il diritto a controllare la gestione, il concessionario (privato o pubblico a sua volta) quello alla gestione e il dovere di rispettare le regole. Il concedente sta al concessionario come il padrone al cane. Dovrebbe portare al guinzaglio il concessionario, controllarlo sempre. Bisogna verificare se questo rapporto funziona, reciprocamente, anche dal lato delle risposte e dei permessi tempestivi. Il concedente ha verificato? Non deve solo ricevere le carte, ma controllarle”. Ed ancora, sulla possibilità del governo di  nazionalizzare nuovamente autostrade, Gamberale boccia l’idea. “Tornare indietro significa offuscare la credibilità del Paese. Con Autostrade c’è stata una grande evoluzione del servizio (ricorda l’introduzione del tutor con l’indici di mortalità calato dell’80%), la privatizzazione ha portato passi avanti, per lo Stato pensare di rientrare in Autostrade sarebbe una retromarcia come per il caso di Alitalia: c’è già stato e gli è andata male”.

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