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  • “Ospedale ad un passo dalla tragedia”, Daniele Saia accusa Regione e Comune

     

    AGNONE. L’ospedale “Caracciolo” ai titoli di coda. Infatti si è arrivato ad un passo dallo smantellamento dell’unico reparto rimasto, quello di Medicina retto dal primario Giovanni Di Nucci prossimo alla pensione. “Un dramma che rischia di tramutarsi in tragedia” commenta il consigliere comunale e provinciale, Daniele Saia che ieri mattina ha visitato la struttura. Una sorta di stabilimento completamente svuotato di servizi, personale e macchinari che va avanti per inerzia fino a quando il numero di medici e infermieri non finirà sotto la soglia consentita per legge. Dopodiché si passerà ai rimpianti, al c’era una volta, al fiore all’occhiello che fu e via su questa litania di un popolo rassegnato che si accontenta di vivere di ricordi. “Inquietante il silenzio che avvolge il futuro del “Caracciolo”, presidio ospedaliero a salvaguardia delle comunità dell’Alto Molise e Alto Vastese – dichiara Saia – le cui ultime notizie risalgono alle dichiarazioni del presidente della Regione Molise, nel consiglio comunale richiesto da “Nuovo Sogno Agnonese”. In quella occasione Donato Toma fece capire, che dalle interlocuzioni avute con i commissari per la redazione del nuovo Pos, l’ospedale di area disagiata sarebbe stato trasformato in un mera struttura di Comunità. Da allora, da quelle pesanti affermazioni, tra l’altro mai smentite – prosegue il consigliere di minoranza in Comune –  registriamo un vuoto di notizie e di azioni incolmabili. Nonostante la ristrutturazione delle sale operatorie che prevedevano interventi in Day surgery come da Decreto ministeriale numero 70 per gli ospedali di area disagiata, si registra il pensionamento e trasferimento di medici senza essere rimpiazzati; il mancato rinnovo di contratti al personale, lo spostamento di strumentazione per la diagnostica verso altre strutture, fatti che la dicono tutta sull’operato di commissari, giunta regionale e direzione sanitaria. Soggetti, questi – aggiunge Saia – dimostratisi incapaci di fornire uno straccio di risposta concreta ad un’area interna alla quale si nega il diritto alla salute dei residenti, per lo più anziani ultrasessantenni e soprattutto la possibilità alle nuove generazioni di costruirsi un futuro. Inoltre a repentaglio gli sforzi compiuti in passato  dall’amministrazione Carosella  di avere garantito lo status di ospedale di area particolarmente disagiata. Sacrifici e battaglie – anticipa l’esponente del centrosinistra – che saranno vanificati con l’ufficializzazione del nuovo Piano Sanitario di prossima pubblicazione che declassa il nosocomio agnonese ad ospedale di Comunità. Circostanza ancor più grave, quella della messa in discussione dei servizi rimasti, che senza una pianificazione realistica vanno nella direzione dell’annullamento totale”.  Ne ha per tutti Daniele Saia che nel suo intervento non risparmia i due consiglieri regionali Greco e Di Lucente, picchia duro sulle strutture sanitarie private e non concede alcuno sconto alla maggioranza Marcovecchio.   “E’ imbarazzante la mancata presa di posizione di due regionali quali Andrea Greco e Andrea Di Lucente, espressione del territorio, che invece di agire per il bene delle comunità al confine tra Molise e Abruzzo, non trovano meglio da fare che litigare e accusarsi a vicenda su una tematica di vitale importanza come la sanità pubblica che continua ad essere depredata e smantellata giorno dopo giorno, ora dopo ora. In questa maniera si persevera nel fare il subdolo gioco dei privati, che fagocita la sanità pubblica arrivata allo stremo delle forze. Ed ancora, colpisce, in senso negativo, l’inefficienza amministrativa della giunta Marcovecchio che pure in campagna elettorale aveva promesso la risoluzione del problema sanità, per arrivare a minacciare occupazioni di statali e rivoluzioni, parole di cui oggi si ignora il significato, qualora non si fossero state risposte repentine alla struttura sanitaria della quale non conoscono nemmeno lo stato dei fatti, come ho riscontrato in mattinata visitando quello che resta del Caracciolo. La sola cosa che sanno fare resta chiacchierare.  Quanto accade per il San Francesco Caracciolo è la risultante del totale fallimento di governi dilettanti con amministratori inetti. Governi – conclude Saia – da archiviare al più presto possibile prima che sia troppo tardi. Ne vale il futuro di quanti perseverano nel vivere nei nostri territori montani, ai quali eliminando il diritto alla salute, rimarrà da togliere solo l’aria che respirano”.

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