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  • Ospedale, il capitano Forciniti alza le mani: «Nessun medico vuole venire ad Agnone»

    AGNONE – Un capitano dei Carabinieri che si arrende, che alza le mani, non è certo un’immagine usuale, ma è quello che si è visto oggi nell’aula del Consiglio comunale di Agnone. Antonio Forciniti, ufficiale dell’Arma, oggi in veste di direttore amministrativo dell’Asrem, ha preso parte al consiglio comunale straordinario, convocato su iniziativa delle opposizioni, in merito alle sorti non troppo rosee dell’ospedale cittadino.

    Chiarissimo il direttore Forciniti, che ha affrontato una platea intuibilmente ostile: «La situazione dell’ospedale di Agnone è critica. Non lo sarà nel 2020, quando i medici andranno in pensione, ma lo è già oggi. La verità è una sola: l’Asrem, che oggi ho il compito di rappresentare in questa assise civica, ha oggettive difficoltà a reperire medici da inviare ad Agnone. Abbiamo speso soldi e tempo per organizzare dei concorsi pubblici al fine di reperire risorse umane. La situazione è questa: dei sedici vincitori di concorso, nessuno vuole prendere servizio ad Agnone, perché probabilmente considerata sede disagiata e destinata a non avere futuro. I vincitori sono medici che già lavorano altrove, quindi non parliamo di precari o disoccupati che magari avrebbero maggiore interesse a voler prendere servizio qui in Alto Molise. Parlo, sia chiaro, di contratti a tempo indeterminato per dirigenti medici. Ripeto, nessuno ha accettato la sede di Agnone. Non possiamo obbligare i medici a venire a lavorare ad Agnone, non ne abbiamo facoltà, né diritto. Sono scelte libere e autonome. Ho i telegrammi ufficiali inviati ai singoli medici che testimoniano la nostra volontà aziendale di trovare nuovo personale medico per il “Caracciolo”. Ci sentiamo responsabili, io in prima persona, perché come Asrem non riusciamo a dare risposte concrete alle legittime esigenze della comunità di Agnone, ma più che indire i concorsi pubblici per reperire nuove risorse umane davvero non possiamo fare». Poi però in chiusura di intervento, sollecitato in tal senso dalle proteste dell’assessore Edmondo Amicarelli, il direttore Forciniti una mezza soluzione l’ha trovata: «Posto che come azienda non possiamo obbligare i medici ad accettare la sede ospedaliera di Agnone, sicuramente possiamo richiedere d’ufficio la mobilità dagli altri ospedali, come ad esempio Isernia, ma per un periodo limitato di trenta giorni». Di qui la proposta di Enrica Sciullo, infermiera e battagliera esponente, anche nel recente passato, dei comitati in difesa del “Caracciolo”, di «procedere ad una sorta di turnazione della mobilità dagli altri ospedali». L’idea è quella di reiterare di mese in mese gli ordini di servizio in modo da assicurare la presenza dei medici nei reparti dell’ospedale dell’Alto Molise.

    Francesco Bottone

    tel: 3282757011

     

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