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  • Ospedale, dieci anni fa l’inizio della fine. L’assessore Sciullo: «Non ci arrendiamo»

    «Primo novembre 2010. Sono trascorsi 10 anni da questa
    data infausta per tutta la comunità altomolisana e dell’Alto Vastese.
    In questa data iniziava il declino dei servizi sanitari nel nostro territorio».
    Enrica Sciullo, infermiera, assessore comunale e già portavoce del movimento “Il Cittadino c’è” ricorda e racconta l’«inizio della fine» per l’ospedale “Caracciolo” di Agnone. Dieci anni di tagli, dieci anni di colpi di mannaia che hanno falcidiato reparti, servizi e personale, fino a ridurre l’ospedale di frontiera dell’Alto Molise un mero contenitore di apparecchiature che nessuno usa. Una casa di riposo, poco più. E’ questa la sorte segnata del “Caracciolo”.

    Un inesorabile declino iniziato proprio dieci anni fa, come ricorda l’assessore comunale Enrica Sciullo: «Tutto ebbe inizio con la chiusura del reparto di ostetricia». I numeri non c’erano, i famosi cinquecento parti all’anno, e così via il punto nascita, primo servizio importante ad essere cancellato. Di lì, a seguire, la mannaia dei tagli dettati da Campobasso a prescindere dal colore politico del governatore di turno e della sua maggioranza. «E’ così che iniziava il lento declino di una comunità, con la chiusura del reparto di Ostetricia» continua l’assessore Sciullo. Fu quello il primo tassello di un devastante effetto domino. Senza un punto nascita e una ostetricia non serve nemmeno una pediatria. E via un altro colpo di mannaia. Poi gli altri reparti, tutti gli altri servizi. Fino ad arrivare ad oggi che dell’ospedale “Caracciolo” non resta quasi nulla. Hanno fatto in modo che chiudesse anche il bar interno, tanto per capirci.

    E mentre nei vari tavoli tecnici si va ancora discutendo del riconoscimento dello status di ospedale di area disagiata per il “Caracciolo” la realtà mostra un qualcosa di diametralmente opposto. Nemmeno i tamponi per il Covid19, che ormai si fanno ovunque, anche nelle piazze e sulle ambulanze, nemmeno quel servizio viene concesso all’ospedale di montagna di Agnone. Una battaglia, quella per il “Caracciolo”, iniziata appunto dieci anni fa, come ricorda l’assessore Sciullo, e che è ancora all’ordine del giorno dell’attuale maggioranza comunale che amministra, da poche settimane, Agnone. «Non ci arrenderemo mai. – chiude l’assessore Enrica Sciullo – Le priorità sono le persone ed i loro diritti. Esistiamo e resistiamo».

    Francesco Bottone

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    1 Comment

    1. Enzo Carmine Delli Quadri says: Rispondi

      L’Ospedale Caracciolo di Agnone sta morendo perché tutte le amministrazioni che si sono susseguite non hanno mai spinto a fondo per accordi di confine con l’Abruzzo. Senza l’apporto abruzzese e la partecipazione attiva dei paesi abruzzesi di confine, l’ospedale chiuderà definitivamente. Purtroppo, stando al carro dei partiti nazionali, si preferisce alimentare l’illusoria specificità dell’autonomia regionale molisana

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