• Editoriale
  • Pane donato, nella “sfida” della solidarietà Agnone batte i centri della diocesi

    Una lettera intrisa di significato e ringraziamenti a quanti, nell’anonimato, continuano ad essere vicini ai più bisognosi. E’ quella scritta da don Alberto Conti, responsabile della Caritas diocesana di Trivento che fa il punto sulla raccolta del “Pane donato”. Numeri importanti che dimostrano, se ce ne fosse bisogno, la generosità di un popolo, il quale malgrado i tanti problemi socio – economici vissuti, continua ad essere campione di generosità. 

    Molte volte, guardando a questa nostra società, si ha l’impressione – a volte vera – che ci si muove solo se c’è un compenso, se c’è un ritorno – esordisce nel suo scritto don Conti -. «Se io ci metto quello che ho, che cosa mi torna, che cosa ci guadagno»? La vita bella di Gesù ci insegna che se tutti stanno bene, se c’è lavoro per tutti, pane per tutti, sanità per tutti, dirittiuguali per tutti è tutta la società che sta bene.
    E se tu vivi dentro questa società godrai di questa vita buona e bella.
    Continuamente Gesù invita tutti e ciascuno a riscoprire la comune vocazione di essere fratelli e sorelle, a
    conservarci umani e non avversari fra noi, larghi di amore e di carità e non egoisti che pensano solo a se stessi e non agli altri, perché siamo figli tutti dello stesso Padre, «che fa sorgere il suo sole sopra i malvagi e sopra i buoni, e fa piovere sopra i giusti e sopra gli ingiusti».(Mt 5,45).
    Agli occhi di Dio non ci sono dei privilegiati a cui tutto è dovuto e che quindi gli “altri” si arrangino! Gli “altri” sono con noi figli di Dio, fratelli e sorelle nella comune umanità, gli “altri” di qualsiasi colore di pelle, di religione, in qualsiasi angolo del Mondo vivano, hanno tutti i nostri stessi diritti perché, come ci ricorda S. Paolo, uomo che camminava sulle orme del Cristo: “Dio è Padre di tutti, è al di sopra di tutti, agisce per mezzo di tutti, ed è presente in tutti”.
    In ogni povero che ha fame è Dio che ha fame; in ogni uomo sfruttato e oppresso è Dio che è sfruttato e oppresso; in ogni uomo che è trascurato ed emarginato è Dio che è trascurato ed emarginato. In ogni uomo rifiutato è Dio che è rifiutato.
    Sappiamo molte bene che su questa Terra non si soffre solo per la fame del cibo materiale ma anche per fame di amore, di fraternità, di amicizia, di condivisione, di verità, di pace, di vita senza fine.
    Nei vangeli c’è un miracolo che viene riportato da tutti e quattro gli evangelisti ed è quello della moltiplicazione dei pani. Cinque pezzi di pane nelle mani di un ragazzo, che con generosità e senza fare calcoli li mette a disposizione di Gesù, saziano la fame di cinquemila persone. Il vero miracolo, però, non è solo la moltiplicazione ma la distribuzione.
    Quando il mio pane diventa il nostro pane accade il miracolo. Non solo si moltiplica ma si distribuisce e passa di mano in mano, di bocca in bocca, per saziare la fame di ogni uomo.

    Cari amici, con questa lettera desidero informarvi, con gioia e grande riconoscenza, che anche nella nostra diocesi di Trivento continua il miracolo della moltiplicazione e distribuzione del pane quotidiano.

    Abbiamo raccolto in due anni 2.638 kg, nei seguenti panifici:
    Trivento: La Rotonda, Panificio Moderno, L’Antica Tradizione: 685 Kg;
    Frosolone: Da Carmela, C. F. Food: 620,5 Kg;
    Agnone: La Spiga D’oro, Alto Molise, Patriarca Antonino, La Bottega del Pane: 1.275,5 Kg;
    Fossalto: Panificio di Piedimonte Giovanni: 57 kg.

    Grazie a questi panifici che hanno aderito alla campagna della nostra Caritas “Pane donato” e grazie soprattutto alle tantissime persone che nell’anonimato (ma i loro nomi sono scritti nel libro di Dio) ogni giorno lasciano pagato il pane per le famiglie bisognose. Scriveva padre David Maria Turoldo: «Quando il Figlio dell’uomo verrà, chiunque tu sia, o giusto, non piangere, e
    quanti avete diviso il pane, l’acqua, la sorte con tutti i suoi poveri…! Per voi saranno le dolci parole: Voi, benedetti del Padre, venite! Oh, quanti certo neppure sapevano d’esser dentro il Regno, già salvi! Oh, quanti invece pensavano di sentirsi dentro, gente che per lui avevano suonato il flauto, gente che diceva di saper tutto di lui, quanti si troveranno ad esser fuori! O Re severo, che non sia così di noi! Amen».
    Se voi continuerete a moltiplicare il pane, noi proseguiremo a distribuirlo.
    Perché continui il miracolo.
    Grazie per la fiducia.
    Il Signore ricompensi la vostra generosità.

    Don Alberto Conti 

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