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  • Papa Francesco premia il piccolo Molise: Limosano diventa diocesi e avrà un suo vescovo

    Il Santo Padre papa Francesco erige l’antica diocesi di Limosano, in provincia di Campobasso. Con una comunicazione giunta dal Vaticano, Congregazione per i Vescovi (dicastero che per la chiesa latina ha il compito di erigere le nuove diocesi) all’arcivescovo di Campobasso –Boiano S. Eccellenza mons. GianCarlo Bregantini, il Santo Padre “ha eretto in sede titolare l’antica diocesi di Limosano, disponendone l’inserimento nell’elenco delle sedi titolari”.
    La congregazione dei vescovi, presieduta dal Cardinale Marc Ouellet, ha assegnato il nome latino de curia di Limosanus. La lettera di assegnazione è stata letta e consegnata stamani dall’arcivescovo Bregantini al sindaco di Limosano Angela Amoroso, alla presenza del parroco di Limosano padre Aloys Ghislain Menoli, del seminarista Stefano Fracassi, del vicario generale don Antonio Arienzale e del vice sindaco di Limosano. Tra i presenti anche componenti dell’Ufficio Tecnico diocesano, ing. Domenico Palermo, e arch. Claudio Civerra della sovrintendenza per attivare una sinergia di azioni che mirano a completare i lavori di ricostruzione, messa in sicurezza e ristrutturazione per rendere accogliente la Chiesa di Limosano, situata nel borgo. La chiesa di Santa Maria Maggiore , la più antica, sarà la sede titolare per accogliere il vescovo che presto sarà eletto e affidato all’antica diocesi di Limosano. Dopo il Concilio Lateranense IV, papa Onorio III, conferì a Limosano il titolo di diocesi. Tale conferimento, assume oggi, un singolare significato ecclesiale, culturale e sociale, sorretto da un’attenzione particolare al territorio. «Vuol dire valorizzare i “campanili” dei nostri borghi – ha detto la sindaca Amoroso- perché essi rappresentano la forte identità dei nostri piccoli comuni del Molise; una identità caratterizzata da salda fede e forte devozione popolare. Questo titolo assume, per la nostra comunità, un segno di continuità, memoria del passato che guarda con progettualità al presente e al futuro delle giovani generazioni che popoleranno questo mirabile borgo ricco di storia e di bellezza paesaggistica e artistica».
    «Responsabilità e onore sono, invece, le parole utilizzate dall’arcivescovo Bregantini per sottolineare la gratitudine e il segno di attenzione particolare al nostro territorio che soffre lo spopolamento e l’abbandono. Il paese è in festa e certamente sarà impegnato all’accoglienza. Bisogna perciò sensibilizzare e attivare la rete istituzionale di interesse affinché la Chiesa di Santa Maria Maggiore ritorni al suo splendore, sia riconsacrata e diventi la sede titolare. Questa nomina ci impegna. Attendiamo ora la nomina effettiva del vescovo titolare».

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