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  • Pedicini: «Parlamentari ridotti a schiaccia-bottoni, così muore il Movimento»

    Lentamente un Movimento muore… Quando le regole diventano più importanti degli obiettivi e si epura il dissenso appellandosi al rigore del regolamento mentre ci si dimentica dei territori, della TAV, della Tap, dell’ILVA di Taranto.
    Quando si sostituisce l’attivismo con il proselitismo e ti senti sempre più gratificato da un “signor sì” e sempre più minacciato da un “signor no”.
    Quando sei al Governo e non crei una classe dirigente adeguata alle sfide globali ma ti impegni per sistemare i tuoi amici più fedeli al prezzo delle nomine più indigeste nelle partecipate dello Stato.
    Quando cominci ad andare alle cene di gala, diventi amico di un ambasciatore, di un petroliere, di un industriale… quando il mondo dei potenti ti saluta cordialmente.


    Quando non è più il Governo a fare ciò che dice il Movimento ma il Movimento a fare ciò che dice il Governo.
    Quando i Parlamentari sono ridotti a schiaccia-bottoni che avallano la scelta del Capo a suon di voti di fiducia e Decreti Legge.
    Quando la “democrazia diretta” diventa “democrazia diretta dall’alto” con quesiti che favoriscono il pensiero unico e l’omologazione.
    Quando la linea politica la decide la Comunicazione che, giorno dopo giorno, impartisce un documento di sintesi che sarà il più fedele alla linea a recitare a memoria in TV.
    Quando ci si schiera con un leader solo per sostituirlo con un altro leader dimenticando che il vero problema è il leaderismo in sé… che il vero problema è la tendenza a lasciar fare a qualcun altro, lo spazio vuoto del tuo impegno civile.


    Quando di fronte ad una nuova tecnologia (5G) ci si pone solo il problema della sicurezza dei dati e quello dei rapporti geopolitici con la Cina o con gli Stati Uniti, dimenticando totalmente i rischi per la salute.
    Quando si esulta per un prestito dalle istituzioni europee (Recovery Fund) dimenticandosi che quello è denaro prelevato dalle tasche dei nostri figli, che è denaro preso in prestito dal nostro futuro e se si decide di farlo bisogna battersi fino in fondo per evitare di restare incatenati ad un muro per sempre.
    Quando si accetta il ricatto sul MES.
    Quando i sondaggi decidono la tua linea politica e in nome di quei sondaggi non si ha il coraggio di fare una scomoda battaglia culturale.


    Quando si rinuncia a combattere contro gli assurdi meccanismi Europei che prevedono una moneta unica ma un differente costo del denaro e che sono privi di una vera e propria Banca Centrale.
    Quando si regalano miliardi dei poveri cittadini alle voraci banche italiane con il sistema delle aste marginali o dei sindacati senza che un viceministro dica mai una parola su questo.
    Quando un Capo politico si arroga il diritto di scegliere i capilista che, una volta eletti, inquineranno qualsiasi processo decisionale interno, spostando la maggioranza verso il pensiero del Capo e non verso il pensiero libero.
    Quando un Capo politico può fare anche il Ministro o, addirittura, il vice premier infischiandosene del conflitto di interesse.
    Quando le posizioni politiche si fissano sul giornale con una dichiarazione del Capo politico, di un Ministro, di un vice Ministro e con le successive dichiarazioni di consolidamento dei propri sottoposti.
    Quando non ci si prende la responsabilità di aver portato il Movimento al 10% ma si festeggia per una vittoria scontata del SI.


    Quando si esulta e si sorride mentre il Movimento sul territorio soffre.
    Quando ci si dimette solo di facciata e si scaricano le responsabilità sul debole capro espiatorio di turno.
    Quando alla fine di un evento restano a terra le carte colorate, i manifesti e i volantini dei tuoi candidati.
    Quando tutto questo succede e non te ne accorgi neanche più.
    Quando non hai più un sogno.
    Ecco…è cosi che sta morendo il nostro Movimento, lentamente.
    Sta morendo a piccole dosi.
    Sta morendo nei silenzi di convenienza.
    Sta morendo nei sorrisi falsi e nelle pose programmate.
    Io dico che se c’è ancora una possibilità per tentare di rianimare il nostro Movimento, allora bisogna provarci organizzando un Congresso (si, proprio un Congresso) al massimo entro ottobre.


    Un Congresso che sia realmente democratico e realmente partecipato da chiunque ne avesse diritto tranne che da coloro che rivestono un incarico di Governo!
    Perché la sola presenza di chi riveste già un incarico di Governo sarebbe in palese e inaccettabile conflitto di interesse!

    Piernicola Pedicini

    parlamentare europeo del M5S

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