• Editoriale
  • Pelati, salsicce, melanzane…e gli “svuotacantine”

    E’ passata un’altra estate. Forse quest’anno a causa del cattivo tempo l’estate non è mai arrivata. E senza il sole mancano i sorrisi. Qui ad Agnone sorridere è sempre più difficile, perché difficile è vivere in questa città ed in questa fetta di Regione. Continuano a propinarci che “il vivere in città è assurdo”; il “beati voi che vivete in una piccola realtà dove ci si conosce tutti”; dove “l’aria ed il cibo sono buoni e c’è anche l’opportunità di risparmiare qualcosa”. Poi i tanti che continuano ad asserire simili frasi sono coloro che assottigliano sempre più la permanenza estiva in questa realtà e sono pronti a partire dopo Ferragosto. O meglio dopo che le mamme, zie, suocere o parenti stretti hanno preparato anche per loro la salsa, salsicce, melanzane sott’olio e sott’aceti vari. Probabilmente se non fosse per questi tipi di ricchezze Agnone, per taluni, non esisterebbe più. Intanto proprio quelli che, mentre intenti a frenare il tintinnare dei vetri delle bottiglie di pomodori messe nel portabagagli dell’auto stracarica, sono i primi ad asserire nel momento della partenza il classico “che dobbiamo fare qua ad Agnone? Ormai sto paese sta morendo? Non c’è rimasto più nessuno. Non si organizza più nulla. Fa freddo!” e così…”ciao e…buon viaggio…”. Gli agnonesi quelli che vivono Agnone tutto l’anno si trovano a contarsi. I soliti, anzi qualcuno in meno visto che si muore in tanti, e con i problemi di sempre. Quasi in un gioco da masochisti. I primi a rituffarsi nelle problematiche che hanno lasciato con i commenti di sempre a metà dello scorso luglio ovvero prima delle ferie e del rientro. L’ospedale che deve difendere a denti stretti quel poco che ha ed altre istituzioni che cominciano a traballare. Compagnia dei Carabinieri, la Polizia, Guardia di Finanza, Vigili del Fuoco ed anche la Forestale. Dai vertici, a quanto pare e con i numeri in mano (perché come l’ospedale si ragiona sempre nell’ottica dei numeri e non della zona o di chi ci vive) sembra che non abbiano necessità di vivere in quest’area. La longamanus della spending rewiew non esclude nessuno. Per questo necessiterebbe “mettere le mani avanti” e non cercare di correre ai ripari quando è oramai troppo tardi. Sperando che le attenzioni verso simili problematiche siano un po’ di tutti gli amministratori della zona anche di quelli abruzzesi ai quali ora tutti strizzano l’occhio e vorrebbero apparentamenti. Con i quali ora si cercano intese. Intese che qualche lustro fa tutti i politici chiamavano con il “necessità di fare filiera” ma che nessuno capiva, anzi, al contrario, irrobustiva il campanilismo becero che ci ha portato, probabilmente, dove ora siamo e per alcuni “meritiamo essere”. Ma la soluzione all’incremento della popolazione e alla soluzione di imminenti e future problematiche c’è. Almeno per taluni. Sono i migranti che arrivati per progetti ministeriali e non, hanno “affollato” e continueranno ad incrementare la popolazione della città. Sarà? Ma a me viene tanto da ridere. Ed il sorriso è davvero amaro…

    di Vittorio Labanca 

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